Obiettivo del presente articolo è quello di indagare sulla reale importanza di alcuni concetti legati al tempo, alla durata (nel tempo) e alla determinazione cronologica nel progetto di restauro, o meglio, nel progetto di conservazione raffrontandoli con la visione ruskiniana. L’articolo propone una riflessione su “cronologia”, “temporalità”, loro evoluzione in questi anni , e rapporto tra queste e le tematiche della conservazione e del restauro. In particolare si affronta il tema “cronologia” con un breve excursus tra discipline differenti; in primis verrà volto lo sguardo all’archeologia e alle sue più recenti declinazioni. Per fare ciò, si parte da una precisazione etimologica dei vari termini, per alcuni scontati ma , da troppi, usati in modo ambiguo. Questa parte sarà svolta con continui rimandi ai termini ed ai concetti usati da Ruskin (tratti dalle sue pubblicazioni di tempi e contesti diversi). Si procederà inoltre con opportuni confronti con le definizioni date (cronologia …) da studiosi di altre discipline (per es. dall’antropologia con citazioni e commenti di Augé, dal sociologo Emile Durkheim e dai suoi allievi Henri Hubert e Marcel Mauss per la loro interpretazione del “tempo sociale”) L’articolo prosegue con una disamina del rapporto “tempo/durata nel tempo” nel progetto di restauro. Per far questo si indaga sulle metodologie utilizzate prevalentemente in questi ultimi vent’anni. Quanti interventi di restauro trasmettono integralmente il senso del tempo? … e il tempo di chi?, Quanta memoria traspare? Quale è il peso della conoscenza storica, della precisazione cronologica nel progetto di conservazione? Quanto dell’insegnamento di Ruskin è ancora vivo ed attuale? “Uno dei vantaggi dell’architettura gotica (uso il termine “gotico” nel senso più ampio, in piena opposizione a “classico”), consiste nel fatto che essa lascia adito a una ricchezza di memorie illimitata….”(Ruskin)… In quanti dei nostri restauri possiamo dire altrettanto? Queste sono alcune delle domande che ci si è posti nell’affrontare questa ricerca e in questa sezione dell’articolo verranno argomentate con i dati desunti dal confronto. Il contesto territoriale a cui si guarda è quello italiano. Ci si riferisce in questa parte, prevalentemente alle scuole di restauro conservativo di Milano e di Genova, con l’incidenza degli studi di archeologia (prima) e di archeologia dell’architettura nel progetto di restauro. L’articolo, si conclude con i primi risultati di questa indagine e con una prospettiva di lavoro in tal senso. In particolare dai casi esaminati è emersa la necessità di un ripensamento generale sul ruolo che la determinazione cronologica ha avuto nel passato; esempi più confortanti in tal senso riguardano gli esempi più recenti in cui ad un uso strumentale della determinazione cronologica si antepone una modalità che richiama più al significato in maniera rispettosa del manufatto e dell’idea stessa di conservazione. In quest’ultima parte sono portati anche ad esempio alcuni casi problematici, riguardo alla conservazione di opere d’arte contemporanea e di strutture effimere: in questo caso le questioni sollevate e l’approccio richiesto/suggerito viene letto alla luce delle affermazioni di ruskiniana memo

Cronologia e temporalità, senso del tempo e memoria: l'eredità di Ruskin nel progetto di restauro, oggi

Daniela Pittaluga
2019-01-01

Abstract

Obiettivo del presente articolo è quello di indagare sulla reale importanza di alcuni concetti legati al tempo, alla durata (nel tempo) e alla determinazione cronologica nel progetto di restauro, o meglio, nel progetto di conservazione raffrontandoli con la visione ruskiniana. L’articolo propone una riflessione su “cronologia”, “temporalità”, loro evoluzione in questi anni , e rapporto tra queste e le tematiche della conservazione e del restauro. In particolare si affronta il tema “cronologia” con un breve excursus tra discipline differenti; in primis verrà volto lo sguardo all’archeologia e alle sue più recenti declinazioni. Per fare ciò, si parte da una precisazione etimologica dei vari termini, per alcuni scontati ma , da troppi, usati in modo ambiguo. Questa parte sarà svolta con continui rimandi ai termini ed ai concetti usati da Ruskin (tratti dalle sue pubblicazioni di tempi e contesti diversi). Si procederà inoltre con opportuni confronti con le definizioni date (cronologia …) da studiosi di altre discipline (per es. dall’antropologia con citazioni e commenti di Augé, dal sociologo Emile Durkheim e dai suoi allievi Henri Hubert e Marcel Mauss per la loro interpretazione del “tempo sociale”) L’articolo prosegue con una disamina del rapporto “tempo/durata nel tempo” nel progetto di restauro. Per far questo si indaga sulle metodologie utilizzate prevalentemente in questi ultimi vent’anni. Quanti interventi di restauro trasmettono integralmente il senso del tempo? … e il tempo di chi?, Quanta memoria traspare? Quale è il peso della conoscenza storica, della precisazione cronologica nel progetto di conservazione? Quanto dell’insegnamento di Ruskin è ancora vivo ed attuale? “Uno dei vantaggi dell’architettura gotica (uso il termine “gotico” nel senso più ampio, in piena opposizione a “classico”), consiste nel fatto che essa lascia adito a una ricchezza di memorie illimitata….”(Ruskin)… In quanti dei nostri restauri possiamo dire altrettanto? Queste sono alcune delle domande che ci si è posti nell’affrontare questa ricerca e in questa sezione dell’articolo verranno argomentate con i dati desunti dal confronto. Il contesto territoriale a cui si guarda è quello italiano. Ci si riferisce in questa parte, prevalentemente alle scuole di restauro conservativo di Milano e di Genova, con l’incidenza degli studi di archeologia (prima) e di archeologia dell’architettura nel progetto di restauro. L’articolo, si conclude con i primi risultati di questa indagine e con una prospettiva di lavoro in tal senso. In particolare dai casi esaminati è emersa la necessità di un ripensamento generale sul ruolo che la determinazione cronologica ha avuto nel passato; esempi più confortanti in tal senso riguardano gli esempi più recenti in cui ad un uso strumentale della determinazione cronologica si antepone una modalità che richiama più al significato in maniera rispettosa del manufatto e dell’idea stessa di conservazione. In quest’ultima parte sono portati anche ad esempio alcuni casi problematici, riguardo alla conservazione di opere d’arte contemporanea e di strutture effimere: in questo caso le questioni sollevate e l’approccio richiesto/suggerito viene letto alla luce delle affermazioni di ruskiniana memo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/989755
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