In questa che è stata definita “l’età delle migrazioni” (Castles et Al. 2014), sta assumendo importanza anche la mobilità internazionale per motivi di studio e formazione. Questi flussi comprendono quanti si trasferiscono da un paese a un altro (talvolta anche da un continente a un altro) per frequentare un intero corso di studi, così come quanti si spostano all’estero solo per un periodo limitato all’interno di un corso di studi frequentato in patria. A differenza dei primi, che si trasferiscono per periodi più lunghi, sebbene spesso inframmezzati da ritorni a casa, i secondi si spostano per periodi che generalmente coincidono con un semestre o un anno accademico e quindi, tecnicamente, non possono essere considerati migranti internazionali. A questo proposito, un noto esempio è costituito dalle esperienze di mobilità all’estero svolte da studenti e docenti europei nell’ambito del programma Erasmus, di cui è stato ricordato nel 2017 il trentennale dell’avvio. Questo articolo si propone un duplice obiettivo: presentare alcuni dati relativi a un caso specifico di partecipazione al programma Erasmus, quello dell’esperienza dell’Università degli Studi di Genova, inserendoli nel quadro delle relative tendenze nazionali, e vedere al contempo come queste mobilità di breve periodo possano costituire un aspetto dei cambiamenti in atto nei processi migratori internazionali contemporanei.

“Un assaggio d’Europa”. Il programma Erasmusplus e la mobilità intraeuropea di breve durata: il caso dell’Università degli Studi Genova

Massa Agostino
2018-01-01

Abstract

In questa che è stata definita “l’età delle migrazioni” (Castles et Al. 2014), sta assumendo importanza anche la mobilità internazionale per motivi di studio e formazione. Questi flussi comprendono quanti si trasferiscono da un paese a un altro (talvolta anche da un continente a un altro) per frequentare un intero corso di studi, così come quanti si spostano all’estero solo per un periodo limitato all’interno di un corso di studi frequentato in patria. A differenza dei primi, che si trasferiscono per periodi più lunghi, sebbene spesso inframmezzati da ritorni a casa, i secondi si spostano per periodi che generalmente coincidono con un semestre o un anno accademico e quindi, tecnicamente, non possono essere considerati migranti internazionali. A questo proposito, un noto esempio è costituito dalle esperienze di mobilità all’estero svolte da studenti e docenti europei nell’ambito del programma Erasmus, di cui è stato ricordato nel 2017 il trentennale dell’avvio. Questo articolo si propone un duplice obiettivo: presentare alcuni dati relativi a un caso specifico di partecipazione al programma Erasmus, quello dell’esperienza dell’Università degli Studi di Genova, inserendoli nel quadro delle relative tendenze nazionali, e vedere al contempo come queste mobilità di breve periodo possano costituire un aspetto dei cambiamenti in atto nei processi migratori internazionali contemporanei.
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