«La riforma della Curia Romana deve essere esemplare per il rinnovamento spirituale di tutta la Chiesa». Con queste parole il Cardinale Müller si esprimeva nel 2015 in ordine alle finalità che la riforma della Curia, annunciata nel 2013, si sarebbe dovuta proporre di realizzare. Nel testo si sottolinea come la Curia non sia e non debba diventare una mera struttura amministrativa, bensì rimanere un’istituzione spirituale inserita radicalmente all’interno della missione specifica della Chiesa di Roma. Partendo da una breve analisi storico giuridica della Curia Romana e focalizzando l’attenzione sullo statuto del Dicastero per la Comunicazione, l’articolo si propone di evidenziare come il disegno di riforma curiale di Papa Bergoglio dal punto di vista dell’impostazione tecnico-teologica resti nel solco tracciato dai suoi predecessori, con l’obiettivo di inserirsi in quel progetto di pastorale del rinnovamento inaugurata dall’ecclesiologia conciliare, soprattutto attraverso la cura del dialogo con “gli ultimi”. In questa prospettiva si inquadrano le prime tappe della riforma, che hanno toccato in particolar modo, non a caso, l’aspetto della comunicazione. Su tale aspetto, infatti, Papa Francesco, sin dall’origine del suo pontificato, ha improntato il proprio magistero, considerando i media rilevanti strumenti per la diffusione del messaggio evangelico all’interno della “cultura dell’incontro”, poiché per il Pontefice, alla base della comunicazione vi sono la condivisione e la prossimità. Nello studio si sottolinea come il Dicastero per la Comunicazione possa, e debba, nell’ambito di quella realtà curiale che il Pontefice definisce ad extra, rispondere al “dinamismo missionario” insito nella Parola di Dio per «raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo», e contribuire al rafforzamento del rapporto fra la stessa Curia ed il mondo esterno, proseguendo in quel dialogo ecumenico inaugurato dall’ecclesiologia conciliare e valorizzato dal magistero dei precedenti Pontefici, così da aprire una pagina nuova e significativa nell’esercizio dell’attività culturale, pastorale ed evangelizzatrice della Chiesa.

Per un nuovo sistema comunicativo della Chiesa. Il Dicastero per la Comunicazione nel progetto di riforma curiale

Daniela Tarantino
2018-01-01

Abstract

«La riforma della Curia Romana deve essere esemplare per il rinnovamento spirituale di tutta la Chiesa». Con queste parole il Cardinale Müller si esprimeva nel 2015 in ordine alle finalità che la riforma della Curia, annunciata nel 2013, si sarebbe dovuta proporre di realizzare. Nel testo si sottolinea come la Curia non sia e non debba diventare una mera struttura amministrativa, bensì rimanere un’istituzione spirituale inserita radicalmente all’interno della missione specifica della Chiesa di Roma. Partendo da una breve analisi storico giuridica della Curia Romana e focalizzando l’attenzione sullo statuto del Dicastero per la Comunicazione, l’articolo si propone di evidenziare come il disegno di riforma curiale di Papa Bergoglio dal punto di vista dell’impostazione tecnico-teologica resti nel solco tracciato dai suoi predecessori, con l’obiettivo di inserirsi in quel progetto di pastorale del rinnovamento inaugurata dall’ecclesiologia conciliare, soprattutto attraverso la cura del dialogo con “gli ultimi”. In questa prospettiva si inquadrano le prime tappe della riforma, che hanno toccato in particolar modo, non a caso, l’aspetto della comunicazione. Su tale aspetto, infatti, Papa Francesco, sin dall’origine del suo pontificato, ha improntato il proprio magistero, considerando i media rilevanti strumenti per la diffusione del messaggio evangelico all’interno della “cultura dell’incontro”, poiché per il Pontefice, alla base della comunicazione vi sono la condivisione e la prossimità. Nello studio si sottolinea come il Dicastero per la Comunicazione possa, e debba, nell’ambito di quella realtà curiale che il Pontefice definisce ad extra, rispondere al “dinamismo missionario” insito nella Parola di Dio per «raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo», e contribuire al rafforzamento del rapporto fra la stessa Curia ed il mondo esterno, proseguendo in quel dialogo ecumenico inaugurato dall’ecclesiologia conciliare e valorizzato dal magistero dei precedenti Pontefici, così da aprire una pagina nuova e significativa nell’esercizio dell’attività culturale, pastorale ed evangelizzatrice della Chiesa.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
per un nuovo sistema comunicativo.pdf

accesso chiuso

Tipologia: Documento in versione editoriale
Dimensione 333.5 kB
Formato Adobe PDF
333.5 kB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/932771
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact