Analysis of some names of characters in the first book of the Apuleian Metamorphoses, which can be interpreted as speaking names in a different way than the proposals so far advanced. In particular, the name of Socrates, the protagonist of the so-called short story of Aristomene, could find motivation in an episode of the biography of Socrates and Santippe which also aroused an interesting iconographic tradition in European culture. A closer relationship, on the other hand, with ancient iconography has a detail of the myth of Actaeon, in the act of transforming himself into a deer, in the description of the statuary group in the atrium of Byrrhena: the comparison with an African mosaic roughly contemporary with respect to the Apuleian novel, and the synoptic comparison with the pseudolucian Onos, show us how Apuleius, who perhaps barely alludes to this detail in the description of the statue of Actaeon in the second book, reuses it instead in an innovative way in an episode of the ninth book in reference to the asinine form of Lucius.

Analisi di alcuni nomi di personaggi all'interno del primo libro delle Metamorfosi apuleiane, interpretabili come nomi parlanti in maniera differente rispetto alle proposte fino ad ora avanzate. In particolare il nome di Socrate, protagonista della cosiddetta novella di Aristomene, potrebbe trovare motivazione in un episodio della biografia di Socrate e di Santippe che ha suscitato nella cultura europea anche tutta una sua interessante tradizione iconografica. Un rapporto più stretto, invece, con l'iconografia antica ha un particolare del mito di Atteone, nell'atto di trasformarsi in cervo, nella descrizione del gruppo statuario dell'atrio di Birrena: il confronto con un mosaico africano all'incirca coevo al romanzo apuleiano, e la comparazione sinottica con l'Onos pseudolucianeo, ci mostrano come Apuleio, che allude forse appena a tale particolare nella descrizione della statua di Attéone nel secondo libro, lo riutilizzi invece in maniera innovativa in un episodio del nono libro in riferimento alla forma asinina di Lucio.

Intersezioni iconografiche e nomi parlanti nelle Metamorfosi di Apuleio

Gabriella Moretti
2020-01-01

Abstract

Analysis of some names of characters in the first book of the Apuleian Metamorphoses, which can be interpreted as speaking names in a different way than the proposals so far advanced. In particular, the name of Socrates, the protagonist of the so-called short story of Aristomene, could find motivation in an episode of the biography of Socrates and Santippe which also aroused an interesting iconographic tradition in European culture. A closer relationship, on the other hand, with ancient iconography has a detail of the myth of Actaeon, in the act of transforming himself into a deer, in the description of the statuary group in the atrium of Byrrhena: the comparison with an African mosaic roughly contemporary with respect to the Apuleian novel, and the synoptic comparison with the pseudolucian Onos, show us how Apuleius, who perhaps barely alludes to this detail in the description of the statue of Actaeon in the second book, reuses it instead in an innovative way in an episode of the ninth book in reference to the asinine form of Lucius.
2020
Analisi di alcuni nomi di personaggi all'interno del primo libro delle Metamorfosi apuleiane, interpretabili come nomi parlanti in maniera differente rispetto alle proposte fino ad ora avanzate. In particolare il nome di Socrate, protagonista della cosiddetta novella di Aristomene, potrebbe trovare motivazione in un episodio della biografia di Socrate e di Santippe che ha suscitato nella cultura europea anche tutta una sua interessante tradizione iconografica. Un rapporto più stretto, invece, con l'iconografia antica ha un particolare del mito di Atteone, nell'atto di trasformarsi in cervo, nella descrizione del gruppo statuario dell'atrio di Birrena: il confronto con un mosaico africano all'incirca coevo al romanzo apuleiano, e la comparazione sinottica con l'Onos pseudolucianeo, ci mostrano come Apuleio, che allude forse appena a tale particolare nella descrizione della statua di Attéone nel secondo libro, lo riutilizzi invece in maniera innovativa in un episodio del nono libro in riferimento alla forma asinina di Lucio.
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