Il Marchesato di Finale rappresenta un grave problema per Genova sin dal Basso Medioevo, quando ne diventano signori i Del Carretto. La questione si fa ancor più delicata con l’ingresso delle truppe del re Cattolico, che ne fanno un utile presidio per i collegamenti con il Ducato di Milano. Il Finale costituisce per la Repubblica di San Giorgio una «piaga» dal punto di vista economico, fiscale e giurisdizionale. Pericoloso concorrente nei traffici con l’entroterra piemontese e monferrino, lo scalo franco del Marchesato mette in discussione il possesso genovese del mare «ligustico», e danneggia le casse della Repubblica, che dal mancato introito gabellare di tutte le merci passanti da quella scala subisce un danno considerevole. Da parte sua, Genova non lesina contromisure: destina galere dello stuolo pubblico a perlustrare le acque della Riviera di ponente, elabora strategie liberiste a favore delle comunità del suo Dominio, incentiva la mobilitazione di uomini e capitali; ma i problemi persisteranno fino all’inizio del XVIII secolo, quando il nuovo imperatore Carlo VI acconsentirà alla vendita del prezioso feudo.

«Al pregiudizio de la giurisdizione si aggiunge il danno pecuniario». Genova e la «piaga del Finale» nel XVII secolo

CALCAGNO, PAOLO
2008-01-01

Abstract

Il Marchesato di Finale rappresenta un grave problema per Genova sin dal Basso Medioevo, quando ne diventano signori i Del Carretto. La questione si fa ancor più delicata con l’ingresso delle truppe del re Cattolico, che ne fanno un utile presidio per i collegamenti con il Ducato di Milano. Il Finale costituisce per la Repubblica di San Giorgio una «piaga» dal punto di vista economico, fiscale e giurisdizionale. Pericoloso concorrente nei traffici con l’entroterra piemontese e monferrino, lo scalo franco del Marchesato mette in discussione il possesso genovese del mare «ligustico», e danneggia le casse della Repubblica, che dal mancato introito gabellare di tutte le merci passanti da quella scala subisce un danno considerevole. Da parte sua, Genova non lesina contromisure: destina galere dello stuolo pubblico a perlustrare le acque della Riviera di ponente, elabora strategie liberiste a favore delle comunità del suo Dominio, incentiva la mobilitazione di uomini e capitali; ma i problemi persisteranno fino all’inizio del XVIII secolo, quando il nuovo imperatore Carlo VI acconsentirà alla vendita del prezioso feudo.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/629379
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