La tesi affermata dal Comitato degli Affari Fiscali dell’OCSE, secondo cui gli accordi bilaterali contro le doppie imposizioni svolgerebbero anche una funzione preventiva della doppia non imposizione, ha trovato come sostenitori, nel corso degli anni duemila, le Amministrazioni Fiscali di diversi Stati a livello mondiale. Fenomeni siffatti di doppia non imposizione si presentano quando lo Stato contraente di residenza è internazionalmente obbligato ad utilizzare il metodo dell’esenzione per eliminare il doppio d’imposta e possono essere determinati da problemi interpretativi del testo convenzionale, oppure da regimi interni di esenzione o di esclusione da tributo. Dietro a questi fenomeni si rinvengono talvolta anche condotte abusive mirate a trarre vantaggio di benefici convenzionali, altrimenti indebiti. Lo scritto dedica al tema in oggetto, di rilevante interesse scientifico e di grande attualità nella dottrina internazionalistica, taluni spunti di riflessione, esaminando i diversi argomenti che a questa tesi si oppongono e sviluppando considerazioni critiche a riguardo delle tesi dell’OCSE risolutive di alcune ipotesi di doppia non imposizione connesse a problemi interpretativi. L’indagine mette anche in luce come si imponga una disamina ed una conseguente soluzione articolata dei problemi sollevati dalle varie possibili cause di assenza di prelievo, in controtendenza rispetto alla dottrina che, non distinguendo queste tipiche possibili cause, perviene al risultato di proporre una soluzione unificata, incoerente con le premesse. La metodologia di ricerca è originale quanto alla caratteristica di avere riguardo al sistema normativo dei trattati italiani, anziché, come è comune, al modello OCSE.

Doppia non imposizione e trattati italiani

TARIGO, PAOLA
2009-01-01

Abstract

La tesi affermata dal Comitato degli Affari Fiscali dell’OCSE, secondo cui gli accordi bilaterali contro le doppie imposizioni svolgerebbero anche una funzione preventiva della doppia non imposizione, ha trovato come sostenitori, nel corso degli anni duemila, le Amministrazioni Fiscali di diversi Stati a livello mondiale. Fenomeni siffatti di doppia non imposizione si presentano quando lo Stato contraente di residenza è internazionalmente obbligato ad utilizzare il metodo dell’esenzione per eliminare il doppio d’imposta e possono essere determinati da problemi interpretativi del testo convenzionale, oppure da regimi interni di esenzione o di esclusione da tributo. Dietro a questi fenomeni si rinvengono talvolta anche condotte abusive mirate a trarre vantaggio di benefici convenzionali, altrimenti indebiti. Lo scritto dedica al tema in oggetto, di rilevante interesse scientifico e di grande attualità nella dottrina internazionalistica, taluni spunti di riflessione, esaminando i diversi argomenti che a questa tesi si oppongono e sviluppando considerazioni critiche a riguardo delle tesi dell’OCSE risolutive di alcune ipotesi di doppia non imposizione connesse a problemi interpretativi. L’indagine mette anche in luce come si imponga una disamina ed una conseguente soluzione articolata dei problemi sollevati dalle varie possibili cause di assenza di prelievo, in controtendenza rispetto alla dottrina che, non distinguendo queste tipiche possibili cause, perviene al risultato di proporre una soluzione unificata, incoerente con le premesse. La metodologia di ricerca è originale quanto alla caratteristica di avere riguardo al sistema normativo dei trattati italiani, anziché, come è comune, al modello OCSE.
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