Intrattengono un rapporto di somiglianza, ma non sono lezioni accademiche in senso stretto. Simili a interventi pubblici non sono tuttavia conferenze meramente divulgative. Volti a presentare risultati e passi avanti nell’innovazione e nella ricerca di ambiti specialistici del sapere, sono documenti che utilizzano la terminologia, ma con parsimonia. Per questo i TED Talks - conferenze video-registrate fruibili gratuitamente online - sono innanzitutto un genere ibrido, una ri-mediazione, che ricontestualizza e riconcettualizza il sapere scientifico e la sua diffusione. Pur mantenendo una funzione informativa (didattico-educativa), i TED Talks amplificano quella espressiva e persuasiva dello speaker-esperto anche tramite elementi extralinguistici (mimesi facciale, tono della voce, variazioni di ritmo e pause, gesto) e vari supporti audio, video, “oggetti di scena”. Il contesto cambia dunque: dall’aula o sala conferenze a un palcoscenico (anche medium), di fronte a una audience contestuale, fatta di esperti e semi-esperti, afferenti a un determinato ambito tecnico-scientifico o accomunati da una tematica. Abbandonata l’idea tipica del discorso accademico in cui la figura di esperto si rende anonima a favore dei contenuti della ricerca, lo speaker nei TED Talks è soggetto agente, inteso a inter-venire e a diffondere idee worth spreading anche per il tramite di un’identità amplificata. Una volta online però queste testualità multi-modali (voce, video, script) entrano in un altro contesto ancora, quello globale della rete. Chi è l’esperto? Da dove parla? Per chi parla? A che scopo? Ripresa da più telecamere, la figura dello speaker è proposta da più angolature (con o senza audience) e il suo discorso poggia su un preciso idioletto. Nonostante l’apparente im-mediatezza, la fruizione avviene a monte di diversi processi traduttivi: in primo luogo, una trasposizione intersemiotica che, sfruttando aspetti del linguaggio cinematografico, guida alla lettura/visione del documento-dispositivo di partenza ora sovrascritto in un altro medium e a seguito di una regia (varie inquadrature). Un’ulteriore livello di traduzione intersemiotica (da orale a scritto) si realizza in una puntuale trascrittura intralinguistica dell’evento comunicativo, che permette la visione con sottotitoli e apre le porte a un ultimo livello di traduzione quello interlinguistico. Tutti coloro che non sono di madre lingua inglese, hanno la possibilità di leggere/ascoltare lo speaker attraverso sottotitolatura in un numero variabile di lingue realizzati da volontari, selezionati e raccolti attorno a un progetto di crowdsourcing. Questo studio, a partire da cinque contributi (tra i dieci più visti del sito web), si propone di offrire un’analisi del processo traduttivo, sia negli ambiti specifici - quello interlinguistico (EN>IT) e intersemiotico (inquadrature) – sia nel suo complesso. L’intento è quello di mettere a fuoco alcuni tratti distintivi di questo sottogenere, riflettere sulla linguistic agency dei relativi social actors per avanzare alcune ipotesi preliminari circa l’autori(ali)tà e l’impatto di questa pratica sociale ibrida.

Chi è l'esperto? Quale autorialità? Traduzione e ri-mediazione nei Ted Talks.

laura santini
2020-01-01

Abstract

Intrattengono un rapporto di somiglianza, ma non sono lezioni accademiche in senso stretto. Simili a interventi pubblici non sono tuttavia conferenze meramente divulgative. Volti a presentare risultati e passi avanti nell’innovazione e nella ricerca di ambiti specialistici del sapere, sono documenti che utilizzano la terminologia, ma con parsimonia. Per questo i TED Talks - conferenze video-registrate fruibili gratuitamente online - sono innanzitutto un genere ibrido, una ri-mediazione, che ricontestualizza e riconcettualizza il sapere scientifico e la sua diffusione. Pur mantenendo una funzione informativa (didattico-educativa), i TED Talks amplificano quella espressiva e persuasiva dello speaker-esperto anche tramite elementi extralinguistici (mimesi facciale, tono della voce, variazioni di ritmo e pause, gesto) e vari supporti audio, video, “oggetti di scena”. Il contesto cambia dunque: dall’aula o sala conferenze a un palcoscenico (anche medium), di fronte a una audience contestuale, fatta di esperti e semi-esperti, afferenti a un determinato ambito tecnico-scientifico o accomunati da una tematica. Abbandonata l’idea tipica del discorso accademico in cui la figura di esperto si rende anonima a favore dei contenuti della ricerca, lo speaker nei TED Talks è soggetto agente, inteso a inter-venire e a diffondere idee worth spreading anche per il tramite di un’identità amplificata. Una volta online però queste testualità multi-modali (voce, video, script) entrano in un altro contesto ancora, quello globale della rete. Chi è l’esperto? Da dove parla? Per chi parla? A che scopo? Ripresa da più telecamere, la figura dello speaker è proposta da più angolature (con o senza audience) e il suo discorso poggia su un preciso idioletto. Nonostante l’apparente im-mediatezza, la fruizione avviene a monte di diversi processi traduttivi: in primo luogo, una trasposizione intersemiotica che, sfruttando aspetti del linguaggio cinematografico, guida alla lettura/visione del documento-dispositivo di partenza ora sovrascritto in un altro medium e a seguito di una regia (varie inquadrature). Un’ulteriore livello di traduzione intersemiotica (da orale a scritto) si realizza in una puntuale trascrittura intralinguistica dell’evento comunicativo, che permette la visione con sottotitoli e apre le porte a un ultimo livello di traduzione quello interlinguistico. Tutti coloro che non sono di madre lingua inglese, hanno la possibilità di leggere/ascoltare lo speaker attraverso sottotitolatura in un numero variabile di lingue realizzati da volontari, selezionati e raccolti attorno a un progetto di crowdsourcing. Questo studio, a partire da cinque contributi (tra i dieci più visti del sito web), si propone di offrire un’analisi del processo traduttivo, sia negli ambiti specifici - quello interlinguistico (EN>IT) e intersemiotico (inquadrature) – sia nel suo complesso. L’intento è quello di mettere a fuoco alcuni tratti distintivi di questo sottogenere, riflettere sulla linguistic agency dei relativi social actors per avanzare alcune ipotesi preliminari circa l’autori(ali)tà e l’impatto di questa pratica sociale ibrida.
2020
9788876678172
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/969396
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