Può l’architettura, con i suoi interni, influenzare le emozioni e il benessere fisico e mentale? Può l’interior design di una casa, come direbbe De Bottom (2006), trasmetterci uno stato d’animo positivo? Una risposta arriva dalle neuroscienze (Zeki, 2007) attraverso un invito: esplorare le nuove tecnologie interattive come strumenti creativi utili a determinare estetica e funzione dello spazio abitato in reazione alla componente emotiva di chi si muoverà, guarderà, toccherà. Al centro dell’interesse: la percezione umana soggettiva, interpretata, attraverso l’interazione con altre discipline, per creare narrazioni spaziali dove concorrono colori, materiali, pattern, texture, dimensioni, forme. Il testo, incentrato sulle relazioni tra architettura degli interni e corpo umano, considerato nel passaggio da elemento di misura a essere sensibile, parte da esperienze moderne per approdare a progetti recentissimi basati sulle neuroestetiche personalizzate e sull’interior design tailor-made. Tra questi: A Space for Being, di Google Design Studio, curato da Christian Grosen di Muuto, Suchi Reddy di Reddymade e Susan Magsamen dell'International Arts + Mind Lab dell’università Johns Hopkins di Baltimora.
Welcoming (interior) architecture: l'ospitalità on demand come emozione
Alessandro Valenti
2019-01-01
Abstract
Può l’architettura, con i suoi interni, influenzare le emozioni e il benessere fisico e mentale? Può l’interior design di una casa, come direbbe De Bottom (2006), trasmetterci uno stato d’animo positivo? Una risposta arriva dalle neuroscienze (Zeki, 2007) attraverso un invito: esplorare le nuove tecnologie interattive come strumenti creativi utili a determinare estetica e funzione dello spazio abitato in reazione alla componente emotiva di chi si muoverà, guarderà, toccherà. Al centro dell’interesse: la percezione umana soggettiva, interpretata, attraverso l’interazione con altre discipline, per creare narrazioni spaziali dove concorrono colori, materiali, pattern, texture, dimensioni, forme. Il testo, incentrato sulle relazioni tra architettura degli interni e corpo umano, considerato nel passaggio da elemento di misura a essere sensibile, parte da esperienze moderne per approdare a progetti recentissimi basati sulle neuroestetiche personalizzate e sull’interior design tailor-made. Tra questi: A Space for Being, di Google Design Studio, curato da Christian Grosen di Muuto, Suchi Reddy di Reddymade e Susan Magsamen dell'International Arts + Mind Lab dell’università Johns Hopkins di Baltimora.File | Dimensione | Formato | |
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