Nell’epoca della crisi post‐globalizzazione, la fine dell’ossessione all’ampliamento lascia scenari caratterizzati una generica, e spesso problematica, saturazione e da una disordinata e contraddittoria realtà d’insieme, in cui emergono e si impongono, per volontà e necessità, nuove logiche, tempi e modalità di fruizione, che fanno sì che il territorio modifichi, sempre più in modo sostanziale, equilibri e rapporti alla base della sua stessa concezione. Se il trionfo della dimensione informazionale ha prodotto il dilagare e un continuo ridefinirsi di geografie spesso determinate più dai desideri e le scelte dei singoli fruitori che da strategie e prospettive generali e quindi, per gran parte, legate a mode e tendenze vaghe e momentanee, tuttavia la rinnovata dimensione e concezione, spaziale e territoriale, dinamica e travalicante, in congiunzione anche all’aggravarsi della diffusa crisi economica e sociale, ha posto l’attenzione su alcune questioni fondamentali. Ritrovando in e rispetto a questi temi regole e rapporti d’insieme, la definizione del e dei territori sembra passare da non una giustapposizione di parti a un intreccio flessibile d’interdipendenze, fluttuazioni e scambi. In particolare, in tal senso, si pone in particolare rilievo la questione energetica non per i cambiamenti formali o funzionali, benché sostanziali, in atto rispetto ai modi di produzione, distribuzione e utilizzo dell’energia, quanto più profondamente in relazione all’idea stessa di energia di e per il territorio. La crescente attenzione all’ecologia e il diffondersi del desiderio di sostenibilità, infatti, non solo o tanto, per la volontà di rinunciare alle risorse inquinanti in favore di nuove fonti e forme energetiche, ma soprattutto grazie e per alla riscoperta ed esaltazione delle specificità e del valore intrinseco e potenziale di ciascun contesto, spingono a un evoluzione e rinnovo della concezione energetica: da sistemicamente consumistica a organismicamente rinaturactivante. L’energia e le sue fonti, in questa nuova prospettiva, non sono più, dunque, da intendersi come uno strumento, un’applicazione genericamente e uniformemente introdotta e prodotta sui e nei territori per il loro funzionamento, ma bensì come una valenza, come tale variabile sia per forme che distribuzione, dei territori stessi. Se la ridefinizione energetica dei territori si configura, così, come uno strumento di revisione e critica della pianificazione passata e, al contempo, di proposizione e proiezione per future azioni e interventi di trasformazione questo appare con particolare evidenza in territori come quelli mediterranei, dove la possibilità di attingere a enormi risorse energetiche rinnovabili e pulite, si trova a confrontarsi con la realtà di contesti secolarmente stratificati e saturi, in cui, forse come in nessun altro luogo, paesaggi e scenari di pregio e valore ambientale e storico si trovano mescolati e intrecciati a situazioni di degrado, svalore e abbandono. La nuova concezione dell’energia come un abito a‐scalare e a‐perimetrale su misura del territorio evidenzia così tutte le potenzialità e le possibilità della rinaturactivazione quale strategia di trasformazione e sviluppo dei territori odierni.

LA RINATURACTIVAZIONE ENERGETICA DELLA NUOVA GREEN DIMENSION DEI TERRITORI MEDITERRANEI

NAN, EMANUELA
2013-01-01

Abstract

Nell’epoca della crisi post‐globalizzazione, la fine dell’ossessione all’ampliamento lascia scenari caratterizzati una generica, e spesso problematica, saturazione e da una disordinata e contraddittoria realtà d’insieme, in cui emergono e si impongono, per volontà e necessità, nuove logiche, tempi e modalità di fruizione, che fanno sì che il territorio modifichi, sempre più in modo sostanziale, equilibri e rapporti alla base della sua stessa concezione. Se il trionfo della dimensione informazionale ha prodotto il dilagare e un continuo ridefinirsi di geografie spesso determinate più dai desideri e le scelte dei singoli fruitori che da strategie e prospettive generali e quindi, per gran parte, legate a mode e tendenze vaghe e momentanee, tuttavia la rinnovata dimensione e concezione, spaziale e territoriale, dinamica e travalicante, in congiunzione anche all’aggravarsi della diffusa crisi economica e sociale, ha posto l’attenzione su alcune questioni fondamentali. Ritrovando in e rispetto a questi temi regole e rapporti d’insieme, la definizione del e dei territori sembra passare da non una giustapposizione di parti a un intreccio flessibile d’interdipendenze, fluttuazioni e scambi. In particolare, in tal senso, si pone in particolare rilievo la questione energetica non per i cambiamenti formali o funzionali, benché sostanziali, in atto rispetto ai modi di produzione, distribuzione e utilizzo dell’energia, quanto più profondamente in relazione all’idea stessa di energia di e per il territorio. La crescente attenzione all’ecologia e il diffondersi del desiderio di sostenibilità, infatti, non solo o tanto, per la volontà di rinunciare alle risorse inquinanti in favore di nuove fonti e forme energetiche, ma soprattutto grazie e per alla riscoperta ed esaltazione delle specificità e del valore intrinseco e potenziale di ciascun contesto, spingono a un evoluzione e rinnovo della concezione energetica: da sistemicamente consumistica a organismicamente rinaturactivante. L’energia e le sue fonti, in questa nuova prospettiva, non sono più, dunque, da intendersi come uno strumento, un’applicazione genericamente e uniformemente introdotta e prodotta sui e nei territori per il loro funzionamento, ma bensì come una valenza, come tale variabile sia per forme che distribuzione, dei territori stessi. Se la ridefinizione energetica dei territori si configura, così, come uno strumento di revisione e critica della pianificazione passata e, al contempo, di proposizione e proiezione per future azioni e interventi di trasformazione questo appare con particolare evidenza in territori come quelli mediterranei, dove la possibilità di attingere a enormi risorse energetiche rinnovabili e pulite, si trova a confrontarsi con la realtà di contesti secolarmente stratificati e saturi, in cui, forse come in nessun altro luogo, paesaggi e scenari di pregio e valore ambientale e storico si trovano mescolati e intrecciati a situazioni di degrado, svalore e abbandono. La nuova concezione dell’energia come un abito a‐scalare e a‐perimetrale su misura del territorio evidenzia così tutte le potenzialità e le possibilità della rinaturactivazione quale strategia di trasformazione e sviluppo dei territori odierni.
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