La spedizione di Capraia è l’ultimo episodio rilevante delle guerre di Corsica e rappresenta una pagina interessante e poco nota della storia militare e navale della Repubblica di Genova nel Settecento. Si tratta, com’è facile intuire, di due campi d’indagine che sono legati a filo doppio, i quali, allo stato attuale degli studi, sono ancora poco conosciuti e offrono pertanto interessanti prospettive di ricerca. In questo contesto il Diario di Bordo del Capitano del Porto di Genova Cesare Lomellino rappresenta una fonte rilevante il cui ritrovamento, casuale, può fornire uno stimolo ad approfondire maggiormente non solo il rapporto che intercorre fra l’evoluzione dell’apparato militare e navale genovese nel XVIII secolo e il quarantennale impegno della Repubblica contro i ribelli isolani ma anche il peso che ebbe in tale conflitto il teatro di guerra marittimo, ed in particolare le operazioni di polizia e controllo del mare (ovvero la controcorsa e la lotta al contrabbando), nonché quelle anfibie. Questo contributo non si sofferma quindi solo sull’analisi del Diario di Bordo di Lomellino ma lo inserisce nel più ampio contesto storico nel quale si sviluppa la spedizione descritta nelle pagine del documento, senza trascurare di mettere sotto la lente di ingrandimento la peculiare figura professionale di Lomellino. Il Diario diventa pertanto occasione di riflessione sulle problematiche relative alla guerra navale nel conflitto còrso-genovese e su come Genova cercò di affrontarle; e diventa occasione, infine, per evidenziare il ruolo strategico rivestito dall’isola di Capraia nel teatro marittimo ligure e altotirrenico

Il Diario di Bordo di Cesare Lomellino comandante dei pinchi genovesi mandati in soccorso del forte San Giorgio di Capraia assediato dai Corsi (1767)

BERI, EMILIANO
2012-01-01

Abstract

La spedizione di Capraia è l’ultimo episodio rilevante delle guerre di Corsica e rappresenta una pagina interessante e poco nota della storia militare e navale della Repubblica di Genova nel Settecento. Si tratta, com’è facile intuire, di due campi d’indagine che sono legati a filo doppio, i quali, allo stato attuale degli studi, sono ancora poco conosciuti e offrono pertanto interessanti prospettive di ricerca. In questo contesto il Diario di Bordo del Capitano del Porto di Genova Cesare Lomellino rappresenta una fonte rilevante il cui ritrovamento, casuale, può fornire uno stimolo ad approfondire maggiormente non solo il rapporto che intercorre fra l’evoluzione dell’apparato militare e navale genovese nel XVIII secolo e il quarantennale impegno della Repubblica contro i ribelli isolani ma anche il peso che ebbe in tale conflitto il teatro di guerra marittimo, ed in particolare le operazioni di polizia e controllo del mare (ovvero la controcorsa e la lotta al contrabbando), nonché quelle anfibie. Questo contributo non si sofferma quindi solo sull’analisi del Diario di Bordo di Lomellino ma lo inserisce nel più ampio contesto storico nel quale si sviluppa la spedizione descritta nelle pagine del documento, senza trascurare di mettere sotto la lente di ingrandimento la peculiare figura professionale di Lomellino. Il Diario diventa pertanto occasione di riflessione sulle problematiche relative alla guerra navale nel conflitto còrso-genovese e su come Genova cercò di affrontarle; e diventa occasione, infine, per evidenziare il ruolo strategico rivestito dall’isola di Capraia nel teatro marittimo ligure e altotirrenico
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