La ricerca oggetto del presente contributo ha esaminato i verbali delle sedute di una terapia di gruppo impostata in senso psicodinamico all’interno di un centro diurno che accoglie prevalentemente minori messi alla prova, al fine di valutare i contenuti emersi dalle stesse e il ruolo dell’influenza dei pari devianti. Preliminarmente, è stata effettuata una lettura clinica dei verbali, che ha permesso di evidenziare quattro tematiche relative alle angosce, alle difese, al ruolo del terapeuta e alla struttura identitaria del gruppo, e ha rilevato l’importanza di un adeguato accompagnamento verso una più profonda e consapevole ristrutturazione del proprio Sé, come valida alternativa allo sviluppo di una personalità deviante. Al fine di confermare la presenza delle tematiche ipotizzate, è stata quindi effettuata un’analisi statistica del testo basata sulle occorrenze e sulle co-occorrenze dei termini utilizzati dai ragazzi, con l’ausilio del software T-LAB: i dati sottoposti ad analisi erano costituiti dai verbali di 43 sedute svolte nell’arco di 15 mesi. L’analisi quantitativa effettuata ha confermato la presenza di alcune tematiche rilevanti evidenziate dall’analisi clinica, come la fragilità del Sé dei ragazzi, la loro sfiducia incondizionata, la tematica orale dell’“esser affamati”, il ruolo della figura materna, i vissuti depressivi, le difese idealizzanti e maniacali che supportano gli agiti delinquenti, la valenza antidepressiva positiva del gruppo e negativa delle droghe, la necessità di una ridefinizione del proprio Sé, l’identità di banda. Questa analisi ha permesso inoltre di confermare i risultati di una ricerca parallela, che ha valutato positivamente l’efficacia di alcune modificazioni apportate al metodo terapeutico utilizzato; e ha aggiunto a quelle originarie nuove, possibili ipotesi legate all’utilizzazione difensiva della cannabis al fine di evitare i pensieri dolorosi legati alla propria condizione, e alla presenza del desiderio di fuggire dai problemi e dalla vita stessa.

Il pensiero di gruppo dei minori devianti: un’analisi quali-quantitativa dei verbali delle sedute di una terapia di gruppo di minori inseriti in un centro diurno.

Tagliafico I.;DE GREGORIO, EUGENIO;VERDE, ALFREDO
2014-01-01

Abstract

La ricerca oggetto del presente contributo ha esaminato i verbali delle sedute di una terapia di gruppo impostata in senso psicodinamico all’interno di un centro diurno che accoglie prevalentemente minori messi alla prova, al fine di valutare i contenuti emersi dalle stesse e il ruolo dell’influenza dei pari devianti. Preliminarmente, è stata effettuata una lettura clinica dei verbali, che ha permesso di evidenziare quattro tematiche relative alle angosce, alle difese, al ruolo del terapeuta e alla struttura identitaria del gruppo, e ha rilevato l’importanza di un adeguato accompagnamento verso una più profonda e consapevole ristrutturazione del proprio Sé, come valida alternativa allo sviluppo di una personalità deviante. Al fine di confermare la presenza delle tematiche ipotizzate, è stata quindi effettuata un’analisi statistica del testo basata sulle occorrenze e sulle co-occorrenze dei termini utilizzati dai ragazzi, con l’ausilio del software T-LAB: i dati sottoposti ad analisi erano costituiti dai verbali di 43 sedute svolte nell’arco di 15 mesi. L’analisi quantitativa effettuata ha confermato la presenza di alcune tematiche rilevanti evidenziate dall’analisi clinica, come la fragilità del Sé dei ragazzi, la loro sfiducia incondizionata, la tematica orale dell’“esser affamati”, il ruolo della figura materna, i vissuti depressivi, le difese idealizzanti e maniacali che supportano gli agiti delinquenti, la valenza antidepressiva positiva del gruppo e negativa delle droghe, la necessità di una ridefinizione del proprio Sé, l’identità di banda. Questa analisi ha permesso inoltre di confermare i risultati di una ricerca parallela, che ha valutato positivamente l’efficacia di alcune modificazioni apportate al metodo terapeutico utilizzato; e ha aggiunto a quelle originarie nuove, possibili ipotesi legate all’utilizzazione difensiva della cannabis al fine di evitare i pensieri dolorosi legati alla propria condizione, e alla presenza del desiderio di fuggire dai problemi e dalla vita stessa.
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