Il posto dell'uomo nella natura. La costruzione di un umano (terza parte).

Fra le obbligazioni di una biologia non determinista c'è quella di considerare ciascuna specie non già secondo un suo presunto rapporto gerarchico con le altre (come nell'impostazione classica della scala naturae), ma nella singolarità del suo percorso evolutivo. In merito alla nostra specie, ciò ha due conseguenze. Da un lato Homo sapiens dev'essere considerato sotto ogni profilo come una specie fra moltissime, a cui non può essere attribuita nessuna particolare preminenza; dall'altro, nello studio naturalistico della nostra specie non si può tagliare via ciò che di particolare e specifico essa presenta: l'apertura affettivo-cognitiva dell'impianto biologico e la cultura. Il primo ci deriva dalla storia filogenetica remota: gli umani manifestano, in grado estremo, la propensione generalista già presente nella classe dei mammiferi ed evidentissimo nell'ordine dei primati. La seconda – propria, nella sua estensione, alla sola nostra specie – è già osservabile nelle sue prime manifestazioni in diverse specie mammifere e in particolare fra i nostri parenti più prossimi: le scimmie antropomorfe.