La relazione affronta la disamina e le problematiche dell’autorizzazione paesistica con l’entrata in vigore del nuovo Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio di cui al D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, alla luce della tutela costituzionale del paesaggio di cui all’art. 9 Cost. In particolare, la relazione analizza gli artt. 142 e seguenti del D.Lgs. n. 42/2004, soffermandosi su cinque tematiche e sulle relative criticità. 1) L’autonomia dell’autorizzazione paesistica e del relativo procedimento rispetto al titolo edilizio, di cui diviene condizione di efficacia. 2) L’inammissibilità dell’autorizzazione paesistica in sanatoria, in relazione al pericolo che la realizzazione dell’opera in assenza della stessa comporta e con l’eccezione dell’accertamento di conformità per opere modeste, non comportanti creazione di volume e di superficie, ai sensi degli artt. 167 e 181 del medesimo Decreto Legislativo. 3) La necessità che, secondo il consolidato insegnamento della giurisprudenza amministrativa ed anche al di là del chiaro disposto dell’art. 3 della Legge 7 agosto 1990, n. 241, l’autorizzazione sia congruamente motivata, con particolare riferimento alla natura dell’opera e al concreto contesto paesistico in cui si inserisce. 4) Sotto il profilo procedimentale, il nuovo ruolo assegnato alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, che non è più quello soltanto dell’estrema difesa del vincolo con l’esercizio del potere di annullamento in un termine perentorio di 60 giorni, ma l’intervento nella gestione dello stesso, con l’espressione di un parere vincolante prima del rilascio dell’autorizzazione. Sono pertanto evidenziate le novità e la complessità di rapporti che si introducono tra la Regione o l’Ente sub-delegato alla gestione del vincolo e l’Amministrazione statale facente parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che non ha più soltanto la funzione di controllo, ma quella di esprimere un parere vincolante e che compartecipa alla gestione e, conseguentemente, accresce la possibilità di conflitti, da comporre secondo principi costituzionali di ragionevolezza e leale collaborazione, con ulteriore spazio per la tutela giurisdizionale. 5) La tutela giurisdizionale avverso il rilascio ed il diniego dell’autorizzazione paesistica, con riferimento al ruolo delle Associazioni ambientaliste e al relativo potere straordinario in sede di appello.

L'autorizzazione paesistica nel nuovo Codice dei Beni culturali e del Paesaggio

GRANARA, DANIELE
2007-01-01

Abstract

La relazione affronta la disamina e le problematiche dell’autorizzazione paesistica con l’entrata in vigore del nuovo Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio di cui al D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, alla luce della tutela costituzionale del paesaggio di cui all’art. 9 Cost. In particolare, la relazione analizza gli artt. 142 e seguenti del D.Lgs. n. 42/2004, soffermandosi su cinque tematiche e sulle relative criticità. 1) L’autonomia dell’autorizzazione paesistica e del relativo procedimento rispetto al titolo edilizio, di cui diviene condizione di efficacia. 2) L’inammissibilità dell’autorizzazione paesistica in sanatoria, in relazione al pericolo che la realizzazione dell’opera in assenza della stessa comporta e con l’eccezione dell’accertamento di conformità per opere modeste, non comportanti creazione di volume e di superficie, ai sensi degli artt. 167 e 181 del medesimo Decreto Legislativo. 3) La necessità che, secondo il consolidato insegnamento della giurisprudenza amministrativa ed anche al di là del chiaro disposto dell’art. 3 della Legge 7 agosto 1990, n. 241, l’autorizzazione sia congruamente motivata, con particolare riferimento alla natura dell’opera e al concreto contesto paesistico in cui si inserisce. 4) Sotto il profilo procedimentale, il nuovo ruolo assegnato alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, che non è più quello soltanto dell’estrema difesa del vincolo con l’esercizio del potere di annullamento in un termine perentorio di 60 giorni, ma l’intervento nella gestione dello stesso, con l’espressione di un parere vincolante prima del rilascio dell’autorizzazione. Sono pertanto evidenziate le novità e la complessità di rapporti che si introducono tra la Regione o l’Ente sub-delegato alla gestione del vincolo e l’Amministrazione statale facente parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che non ha più soltanto la funzione di controllo, ma quella di esprimere un parere vincolante e che compartecipa alla gestione e, conseguentemente, accresce la possibilità di conflitti, da comporre secondo principi costituzionali di ragionevolezza e leale collaborazione, con ulteriore spazio per la tutela giurisdizionale. 5) La tutela giurisdizionale avverso il rilascio ed il diniego dell’autorizzazione paesistica, con riferimento al ruolo delle Associazioni ambientaliste e al relativo potere straordinario in sede di appello.
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