L’analisi di due esempi di scritture misteriose in pitture murali del Settecento conduce a ricostruire nella cultura europea la storia dell’attribuzione di valori magici e segreti a scritture antiche ritenute enigmatiche e portatrici di saperi segreti, a partire dall’interpretazione ermetica e sapienziale del geroglifico egizio nel Quattrocento umanista. Si ricostruisce l’origine e la formazione del mito Egizio nel Quattrocento, attraverso l’uso di fonti greche ed ellenistiche e l’uso di papiri rinvenuti su isole greche, e si segue poi la trasformazione nei secoli successivi della nozione di “geroglifico” attraverso la sua diffusione nelle arti figurative, nella filosofia, nella incisione tipografica, nella cultura umanistica. Campione esemplare del mito egizio sarà Athanasius Kircher nell’Oedipus Aegyptiacus. In seguito a questa ricostruzione e all’analisi delle idee comuni sul geroglifico e sulle scritture ermetiche diffuse al momento della composizione delle pitture murali (metà Settecento) si identificano sia i personaggi della pittura (Medea), sia le scritture raffigurate (il geroglifico nella versione alchemico-cabalistica di John Dee), sia i libri magici, posti in mano ai personaggi, dove sono poste le scritture ermetiche (gli Hieroglyphica di Horapollo).

"Hiéroglyphes et écriture énigmatique. Le cycle de Jason et Médée dans les fresques du palais Peloso Cipolla",

PELLEREY, ROBERTO
2007-01-01

Abstract

L’analisi di due esempi di scritture misteriose in pitture murali del Settecento conduce a ricostruire nella cultura europea la storia dell’attribuzione di valori magici e segreti a scritture antiche ritenute enigmatiche e portatrici di saperi segreti, a partire dall’interpretazione ermetica e sapienziale del geroglifico egizio nel Quattrocento umanista. Si ricostruisce l’origine e la formazione del mito Egizio nel Quattrocento, attraverso l’uso di fonti greche ed ellenistiche e l’uso di papiri rinvenuti su isole greche, e si segue poi la trasformazione nei secoli successivi della nozione di “geroglifico” attraverso la sua diffusione nelle arti figurative, nella filosofia, nella incisione tipografica, nella cultura umanistica. Campione esemplare del mito egizio sarà Athanasius Kircher nell’Oedipus Aegyptiacus. In seguito a questa ricostruzione e all’analisi delle idee comuni sul geroglifico e sulle scritture ermetiche diffuse al momento della composizione delle pitture murali (metà Settecento) si identificano sia i personaggi della pittura (Medea), sia le scritture raffigurate (il geroglifico nella versione alchemico-cabalistica di John Dee), sia i libri magici, posti in mano ai personaggi, dove sono poste le scritture ermetiche (gli Hieroglyphica di Horapollo).
2007
9782911860373
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/241205
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