Il saggio è stato presentato nella sessione plenaria del congresso dell’ADI nel 2008 e rappresenta un punto di svolta per le ricerche secentesche dell’autrice. Partendo dall’assunto che molta letteratura secentesca è stata spesso studiata cercandone i meccanismi retorici, il tracciato del saggio vuole invece dimostrare che il nucleo fondante della letteratura secentesca (anche di quella italiana, che pure non raggiunge le vette di quella europea) può essere trovato in una lettura che sappia accordare la trattatistica sugli affetti del tempo e la trasposizione letteraria, in parallelo con quanto avviene nella pittura e nella musica del tempo. Il saggio fornisce perciò un primo regesto di trattati sugli affetti profani di autori italiani tra la fine del ‘500 e il primo ‘600 e indica alcuni punti su cui la ricerca si può avviare: la lettura affettiva dei classici volgari compiuta nel Seicento (Petrarca, Dante, Cavalcanti: un saggio del 2011 apparso su "Lettere italiane" compie proprio una lettura dei commenti affettivi a Petrarca del primo Seicento), la ridefinizione passionale della tragicommedia e del romanzo, una lettura secondo affetti e fisiognomica dell’"Adone" di Marino. Si riscontra infine il tentativo anti-tassiano della letteratura primo-secentesca di definire i confini degli affetti, esorcizzarli, e di derubricare il potere della passione amorosa.
Modernità e affetti nel Seicento letterario
MORANDO, SIMONA
2009-01-01
Abstract
Il saggio è stato presentato nella sessione plenaria del congresso dell’ADI nel 2008 e rappresenta un punto di svolta per le ricerche secentesche dell’autrice. Partendo dall’assunto che molta letteratura secentesca è stata spesso studiata cercandone i meccanismi retorici, il tracciato del saggio vuole invece dimostrare che il nucleo fondante della letteratura secentesca (anche di quella italiana, che pure non raggiunge le vette di quella europea) può essere trovato in una lettura che sappia accordare la trattatistica sugli affetti del tempo e la trasposizione letteraria, in parallelo con quanto avviene nella pittura e nella musica del tempo. Il saggio fornisce perciò un primo regesto di trattati sugli affetti profani di autori italiani tra la fine del ‘500 e il primo ‘600 e indica alcuni punti su cui la ricerca si può avviare: la lettura affettiva dei classici volgari compiuta nel Seicento (Petrarca, Dante, Cavalcanti: un saggio del 2011 apparso su "Lettere italiane" compie proprio una lettura dei commenti affettivi a Petrarca del primo Seicento), la ridefinizione passionale della tragicommedia e del romanzo, una lettura secondo affetti e fisiognomica dell’"Adone" di Marino. Si riscontra infine il tentativo anti-tassiano della letteratura primo-secentesca di definire i confini degli affetti, esorcizzarli, e di derubricare il potere della passione amorosa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.