La ricerca presenta alcuni studi sulla decorazione dell’Aula Ligure, antico Oratorio Domestico del Palazzo dell’Università di Genova (ex Collegio dei Gesuiti), realizzata tra il 1704 e il 1709 dal pittore genovese Domenico Parodi. I soggetti dipinti riguardano figure e simboli legati all’ordine dei Gesuiti, ed è evidente l’intenzione di suggerire uno spazio non esistente attraverso i rilievi plastici e l’architettura prospettica dipinta. L’Oratorio è costituito dalla somma di due volumi cubici con una bipartizione sottolineata dalla presenza di due illusorie volte ad ombrello. Le indagini documentali e materiali mostrate nel presente contributo sono finalizzate ad ipotizzare una ricostruzione dello spazio illusorio. La pianta rettangolare, infatti, viene trasformata da due terminali dipinti ad esedra coperti da catini. La suggestione risulta efficace grazie alle membrature architettoniche dipinte e alla loro accurata rappresentazione prospettica, oltre ai rilievi che sporgono dalle superfici di muri e volta. Pur nella consapevolezza della mancanza di riferimenti che permettano una ricostruzione univoca, la restituzione prospettica può costituire una conferma della paternità assegnata al Parodi dalle fonti documentali, per la sua versatilità nella frequentazione delle diverse arti figurative, spaziando dalla pittura, alla scultura, all’architettura.

Architettura reale e illusoria nell’Aula Ligure del Palazzo dell’Università di Genova

Candito Cristina;Meloni Alessandro
2024-01-01

Abstract

La ricerca presenta alcuni studi sulla decorazione dell’Aula Ligure, antico Oratorio Domestico del Palazzo dell’Università di Genova (ex Collegio dei Gesuiti), realizzata tra il 1704 e il 1709 dal pittore genovese Domenico Parodi. I soggetti dipinti riguardano figure e simboli legati all’ordine dei Gesuiti, ed è evidente l’intenzione di suggerire uno spazio non esistente attraverso i rilievi plastici e l’architettura prospettica dipinta. L’Oratorio è costituito dalla somma di due volumi cubici con una bipartizione sottolineata dalla presenza di due illusorie volte ad ombrello. Le indagini documentali e materiali mostrate nel presente contributo sono finalizzate ad ipotizzare una ricostruzione dello spazio illusorio. La pianta rettangolare, infatti, viene trasformata da due terminali dipinti ad esedra coperti da catini. La suggestione risulta efficace grazie alle membrature architettoniche dipinte e alla loro accurata rappresentazione prospettica, oltre ai rilievi che sporgono dalle superfici di muri e volta. Pur nella consapevolezza della mancanza di riferimenti che permettano una ricostruzione univoca, la restituzione prospettica può costituire una conferma della paternità assegnata al Parodi dalle fonti documentali, per la sua versatilità nella frequentazione delle diverse arti figurative, spaziando dalla pittura, alla scultura, all’architettura.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/1187556
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