Jhumpa Lahiri won the Pulitzer Prize for Fiction in 2000 for her first book, the short story collection Interpreter of Maladies (1999), and has since been considered an important contemporary American writer. In 2011, she decided to move to Rome with her family, where she wrote In altre parole (2015), a book about her experience with the Italian language, in Italian. She decided to write only in Italian from then on and so far has published a novel, stories, poems and essays in that language. This article traces the path of this multilingual author, who in recent years has also returned to her first literary language as a translator and self-translator from Italian into English. In my analysis, I focus on the connection between Lahiri’s multilingualism and her work as a translator, because it was only through writing in Italian that Lahiri became a translator and finally a self-translator. In these considerations, I include the poetological reflections of the author as a (self-)translator as well as her reception.

Jhumpa Lahiri ha vinto il Pulitzer Prize for Fiction nel 2000 per il suo primo libro, la raccolta di racconti Interpreter of Maladies (1999), e da allora è considerata un’importante scrittrice americana contemporanea. Nel 2011 ha deciso di trasferirsi a Roma con la famiglia, dove ha scritto In altre parole (2015), un libro che racconta la sua esperienza con la lingua italiana. Da allora ha deciso di scrivere solo in italiano e finora ha pubblicato un romanzo, racconti, poesie e un saggio in questa lingua. Il presente contributo ripercorre il percorso dell’autrice, che negli ultimi anni è tornata alla sua prima lingua letteraria come traduttrice e autotraduttrice dall’italiano all’inglese. Nell’analisi, mi concentro sul legame tra il multilinguismo di Lahiri e il suo lavoro di traduttrice: è, infatti, solo scrivendo in italiano che Lahiri diventa, prima, traduttrice e, infine, autotraduttrice. Il presente studio si concentrerà in particolare sulle riflessioni poetologiche dell’autrice come (auto)traduttrice e sulla ricezione della sua opera.

Jhumpa Lahiri – mehrsprachige Autorin und (Selbst-)Übersetzerin

Sandra Vlasta
2023-01-01

Abstract

Jhumpa Lahiri won the Pulitzer Prize for Fiction in 2000 for her first book, the short story collection Interpreter of Maladies (1999), and has since been considered an important contemporary American writer. In 2011, she decided to move to Rome with her family, where she wrote In altre parole (2015), a book about her experience with the Italian language, in Italian. She decided to write only in Italian from then on and so far has published a novel, stories, poems and essays in that language. This article traces the path of this multilingual author, who in recent years has also returned to her first literary language as a translator and self-translator from Italian into English. In my analysis, I focus on the connection between Lahiri’s multilingualism and her work as a translator, because it was only through writing in Italian that Lahiri became a translator and finally a self-translator. In these considerations, I include the poetological reflections of the author as a (self-)translator as well as her reception.
2023
Jhumpa Lahiri ha vinto il Pulitzer Prize for Fiction nel 2000 per il suo primo libro, la raccolta di racconti Interpreter of Maladies (1999), e da allora è considerata un’importante scrittrice americana contemporanea. Nel 2011 ha deciso di trasferirsi a Roma con la famiglia, dove ha scritto In altre parole (2015), un libro che racconta la sua esperienza con la lingua italiana. Da allora ha deciso di scrivere solo in italiano e finora ha pubblicato un romanzo, racconti, poesie e un saggio in questa lingua. Il presente contributo ripercorre il percorso dell’autrice, che negli ultimi anni è tornata alla sua prima lingua letteraria come traduttrice e autotraduttrice dall’italiano all’inglese. Nell’analisi, mi concentro sul legame tra il multilinguismo di Lahiri e il suo lavoro di traduttrice: è, infatti, solo scrivendo in italiano che Lahiri diventa, prima, traduttrice e, infine, autotraduttrice. Il presente studio si concentrerà in particolare sulle riflessioni poetologiche dell’autrice come (auto)traduttrice e sulla ricezione della sua opera.
Jhumpa Lahiri erhielt im Jahr 2000 den Pulitzer Prize for Fiction für ihr erstes Buch, den Kurzgeschichtenband Interpreter of Maladies (1999), und gilt seither als eine der wichtigsten amerikanischen GegenwartsautorInnen. 2011 beschloss sie, mit ihrer Familie nach Rom zu ziehen, wo sie In altre parole (2015), ein Buch über ihre Erfahrung mit der italienischen Sprache, auf Italienisch schrieb. Sie beschloss, fortan nur mehr auf Italienisch zu schreiben und hat bislang einen Roman, Erzählungen, Gedichte sowie Essays in dieser Sprache veröffentlicht. Der Beitrag zeichnet den Weg dieser mehrsprachigen Autorin nach, die in den letzten Jahren zudem als Übersetzerin und Selbstübersetzerin vom Italienischen ins Englische wieder zu ihrer ersten Literatursprache zurückgekehrt ist. In meiner Analyse konzentriere ich mich auf den Zusammenhang zwischen Lahiris Mehrsprachigkeit und ihrer Übersetzertätigkeit, denn erst durch das Schreiben auf Italienisch wurde Lahiri zur Übersetzerin und schließlich zur Selbstübersetzerin. In diese Überlegungen beziehe ich die poetologischen Reflexionen der Autorin als (Selbst-)Übersetzerin sowie ihre Rezeption mit ein.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/1169235
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