Prendendo spunto da una serie di ritratti di Italo Calvino eseguita da Carlo Levi tra il 1959 e il 1965, il saggio si sofferma sugli interventi critici dedicati da Calvino all’opera letteraria e artistica di Levi. Se nella recensione a Paura della libertà (1946) prevalgono il tono militante e la distanza ideologica, negli scritti successivi Calvino allarga lo sguardo al «fluido imperturbabile conversare» tra parola scritta e segno pittorico nell’opera dell’amico. Alla fondamentale rilettura di Paura della libertà, Cristo si è fermato a Eboli e l’Orologio entro un sistema organico di rapporti sviluppata nel saggio La compresenza dei tempi (1967), Calvino affianca altre originali proposte interpretative, tra cui la rivisitazione del Cristo come un diario di malattia, il rilievo della digressione sterniana nell’Orologio come espediente per dissolvere il tempo nella «contemporaneità senza fine» della durata, il ricorso a categorie mediche nella definizione dei caratteri sociali nel Quaderno a cancelli. Starting from a series of portraits of Italo Calvino painted by Carlo Levi between 1959 and 1965, the essay focuses on the Calvino’s writings on Levi’s literary and artistic work. If in the review of Paura della libertà (1946) the militant atmosphere and the ideological distance prevail, in his later writings Calvino broadens his gaze to the «fluido imperturbabile conversare» between writing and painting in Levi’s work. In addition to the essential reading of Paura della libertà, Cristo si è fermato a Eboli and the Orologio within an organic system of relationships developed in the essay La compresenza dei tempi (1967), Calvino adds other original interpretations, including the reading of Cristo as a diary of illness, the prominence of Sternian digression in the Orologio as a trick to dissolve the time in the ‘endless contemporaneity’ of duration, and the use of medical categories in the definition of social types in The Quaderno a cancelli.

Carlo Levi e Italo Calvino: ritratti incrociati

Beltrami, Luca
2023-01-01

Abstract

Prendendo spunto da una serie di ritratti di Italo Calvino eseguita da Carlo Levi tra il 1959 e il 1965, il saggio si sofferma sugli interventi critici dedicati da Calvino all’opera letteraria e artistica di Levi. Se nella recensione a Paura della libertà (1946) prevalgono il tono militante e la distanza ideologica, negli scritti successivi Calvino allarga lo sguardo al «fluido imperturbabile conversare» tra parola scritta e segno pittorico nell’opera dell’amico. Alla fondamentale rilettura di Paura della libertà, Cristo si è fermato a Eboli e l’Orologio entro un sistema organico di rapporti sviluppata nel saggio La compresenza dei tempi (1967), Calvino affianca altre originali proposte interpretative, tra cui la rivisitazione del Cristo come un diario di malattia, il rilievo della digressione sterniana nell’Orologio come espediente per dissolvere il tempo nella «contemporaneità senza fine» della durata, il ricorso a categorie mediche nella definizione dei caratteri sociali nel Quaderno a cancelli. Starting from a series of portraits of Italo Calvino painted by Carlo Levi between 1959 and 1965, the essay focuses on the Calvino’s writings on Levi’s literary and artistic work. If in the review of Paura della libertà (1946) the militant atmosphere and the ideological distance prevail, in his later writings Calvino broadens his gaze to the «fluido imperturbabile conversare» between writing and painting in Levi’s work. In addition to the essential reading of Paura della libertà, Cristo si è fermato a Eboli and the Orologio within an organic system of relationships developed in the essay La compresenza dei tempi (1967), Calvino adds other original interpretations, including the reading of Cristo as a diary of illness, the prominence of Sternian digression in the Orologio as a trick to dissolve the time in the ‘endless contemporaneity’ of duration, and the use of medical categories in the definition of social types in The Quaderno a cancelli.
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