With the arrival of American Commodore Matthew C. Perry in Japanese waters (1853) and due to the consequent opening of the borders, a certain number of “strange” goods and products began to flow towards Europe. On the other hand, chinoiseries and the taste for oriental aesthetics were already clearly present outside the Asian continent. The reasons for the fascination that Japanese taste arouses - at least at the beginning - are evidently connected to the otherness concerning the still naïve European industrial production, but how to assess them within the advancement of the historical course of the discipline and in the contemporaneity? The persistence of interest and captivation that Japanese design still exercises today over all the other styles, movements and currents - in fact - might astonish. Many excellent texts and writings deal with the theme, as well as it is always included in historical discussions: a hermeneutic of design in the Land of the Rising Sun, thus, aims to offer a reading of what characterizes it from a material and conceptual point of view. For it is evident how the assiduity of the attention exquisitely reserved for Japanese design is not to be taken solely as aesthetic eclecticism, but should rather be sought in a desire for cultural and existential endorsement.

Con l’arrivo del commodoro americano Matthew C. Perry in acque giapponesi (1853) e in ragione della conseguente apertura delle frontiere, iniziano a fluire verso l’Europa un certo numero di merci e prodotti “strani”. D’altra parte, le chinoiserie e il gusto per l’estetica orientale erano già chiaramente presenti fuori dal continente asiatico. Le ragioni della fascinazione che il gusto giapponese suscita - almeno all’inizio - sono evidentemente legate all’alterità rispetto alla ancora ingenua produzione industriale europea in particolare, ma come valutarle nell’avanzare del corso della storia e nella contemporaneità? Potrebbe sorprendere - infatti - la persistenza dell’interesse e della malia che il design giapponese esercita, ancora oggi, su tutti gli altri stili, movimenti e correnti. Molti ottimi testi e scritti trattano del tema, così come esso sempre viene incluso nelle trattazioni di natura storica: un’ermeneutica del design del Paese del Sol Levante, dunque, vuole offrire una lettura di ciò che lo caratterizza dal punto di vista concettuale e materiale. Poiché è evidente come l’assiduità dell'attenzione squisitamente riservata al design nipponico non sia da prendere unicamente come eclettismo estetico, ma vada piuttosto ricercata in una volontà di endorsment culturale ed esistenziale.

La tecnica della gru. Per un’ermeneutica del Paese del Sol Levante nel design

luisa chimenz
2023-01-01

Abstract

With the arrival of American Commodore Matthew C. Perry in Japanese waters (1853) and due to the consequent opening of the borders, a certain number of “strange” goods and products began to flow towards Europe. On the other hand, chinoiseries and the taste for oriental aesthetics were already clearly present outside the Asian continent. The reasons for the fascination that Japanese taste arouses - at least at the beginning - are evidently connected to the otherness concerning the still naïve European industrial production, but how to assess them within the advancement of the historical course of the discipline and in the contemporaneity? The persistence of interest and captivation that Japanese design still exercises today over all the other styles, movements and currents - in fact - might astonish. Many excellent texts and writings deal with the theme, as well as it is always included in historical discussions: a hermeneutic of design in the Land of the Rising Sun, thus, aims to offer a reading of what characterizes it from a material and conceptual point of view. For it is evident how the assiduity of the attention exquisitely reserved for Japanese design is not to be taken solely as aesthetic eclecticism, but should rather be sought in a desire for cultural and existential endorsement.
2023
Con l’arrivo del commodoro americano Matthew C. Perry in acque giapponesi (1853) e in ragione della conseguente apertura delle frontiere, iniziano a fluire verso l’Europa un certo numero di merci e prodotti “strani”. D’altra parte, le chinoiserie e il gusto per l’estetica orientale erano già chiaramente presenti fuori dal continente asiatico. Le ragioni della fascinazione che il gusto giapponese suscita - almeno all’inizio - sono evidentemente legate all’alterità rispetto alla ancora ingenua produzione industriale europea in particolare, ma come valutarle nell’avanzare del corso della storia e nella contemporaneità? Potrebbe sorprendere - infatti - la persistenza dell’interesse e della malia che il design giapponese esercita, ancora oggi, su tutti gli altri stili, movimenti e correnti. Molti ottimi testi e scritti trattano del tema, così come esso sempre viene incluso nelle trattazioni di natura storica: un’ermeneutica del design del Paese del Sol Levante, dunque, vuole offrire una lettura di ciò che lo caratterizza dal punto di vista concettuale e materiale. Poiché è evidente come l’assiduità dell'attenzione squisitamente riservata al design nipponico non sia da prendere unicamente come eclettismo estetico, ma vada piuttosto ricercata in una volontà di endorsment culturale ed esistenziale.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/1158676
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