Genova nel Medioevo ha avuto un ruolo da attore protagonista nel Mediterraneo. Per circa quattro secoli ha attuato una politica di potenza marittima, funzionale ai suoi interessi commerciali. Contemporaneamente ha costruito uno spazio di dominio territoriale in Liguria, tra la «Riviera» e l’Appennino, e in Corsica. A partire dal XVI, in uno scenario internazionale dominato da nuovi attori protagonisti, le grandi monarchie territoriali (Spagna e Francia), Genova ha rinunciato alla politica di potenza e ha fatto scelte strategiche determinate dalla necessità di mantenere un non facile equilibrio tra potenza e sicurezza, tra interessi economici e conservazione dell’indipendenza. Nel 1528 la connessione con la Spagna di Carlo V ha aperto l’impero coloniale spagnolo agli operatori commerciali e finanziari genovesi e al contempo ha protetto lo stato genovese da Francia e Impero ottomano. Nel XVII secolo il ridimensionamento della potenza spagnola ha esposto lo stato genovese prima alle mire espansionistiche del Duca di Savoia, poi alle ambizioni egemoniche del Re Sole. Nel XVIII secolo, infine, lo stato genovese ha cercato di tutelare i suoi interessi e la sua stessa esistenza in uno scenario caratterizzato dalla rivolta indipendentista in Corsica e dalle mire espansionistiche dei Savoia. Tra XVI e XVIII secolo la grand strategy genovese è stata esclusivamente difensiva: nel XVI secolo ha avuto dimensione marittima, nei secoli XVII e XVIII dimensione sia marittima che continentale, con quella continentale che si è affermata progressivamente come dominante.

Tra terra e mare. Riflessioni sulla Grand Strategy della Repubblica di Genova in età moderna (XVI-XVIII sec.)

Emiliano Beri;Leonardo Scavino
2022-01-01

Abstract

Genova nel Medioevo ha avuto un ruolo da attore protagonista nel Mediterraneo. Per circa quattro secoli ha attuato una politica di potenza marittima, funzionale ai suoi interessi commerciali. Contemporaneamente ha costruito uno spazio di dominio territoriale in Liguria, tra la «Riviera» e l’Appennino, e in Corsica. A partire dal XVI, in uno scenario internazionale dominato da nuovi attori protagonisti, le grandi monarchie territoriali (Spagna e Francia), Genova ha rinunciato alla politica di potenza e ha fatto scelte strategiche determinate dalla necessità di mantenere un non facile equilibrio tra potenza e sicurezza, tra interessi economici e conservazione dell’indipendenza. Nel 1528 la connessione con la Spagna di Carlo V ha aperto l’impero coloniale spagnolo agli operatori commerciali e finanziari genovesi e al contempo ha protetto lo stato genovese da Francia e Impero ottomano. Nel XVII secolo il ridimensionamento della potenza spagnola ha esposto lo stato genovese prima alle mire espansionistiche del Duca di Savoia, poi alle ambizioni egemoniche del Re Sole. Nel XVIII secolo, infine, lo stato genovese ha cercato di tutelare i suoi interessi e la sua stessa esistenza in uno scenario caratterizzato dalla rivolta indipendentista in Corsica e dalle mire espansionistiche dei Savoia. Tra XVI e XVIII secolo la grand strategy genovese è stata esclusivamente difensiva: nel XVI secolo ha avuto dimensione marittima, nei secoli XVII e XVIII dimensione sia marittima che continentale, con quella continentale che si è affermata progressivamente come dominante.
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