I nuovi metabolismi urbani e la loro condizione antropica accelerata richiedono una nuova visione sistemica ambientale interconnessa, capace di favorire non solo un’effi- cace interazione tra ‘fabbriche’ e ‘paesaggi’ inter- ed endo- urbani, ma anche una nuo- va dimensione ‘verde’ più fluida e trasversale, volta a incoraggiare un fertile incontro tra natura e città, eco-struttura e infra-struttura, tecnologia, topografia e topologia, intrec- ciando il territorio, re-informando i suoi stessi tessuti strutturali e soprattutto ‘re-natura- lizzando’, attraverso maglie flessibili, le sue diverse e variegate preesistenze. Si rendo- no necessarie nuove strategie eco-sistemiche ‘città-architettura-infrastruttura-paesag- gio’ ma anche nuovi tipi di repertori spaziali dalle geometrie più complesse (più flessibi- li, elastiche e organiche) legate alle dinamiche di un ambiente in mutazione e alle sue manifestazioni multi-scalari: nuove topografie, topologie e topomorfie (ma anche para- tipologie) più ibride perché, paradossalmente, più sensibili alla natura; approcci favoriti dall’attuale capacità eco-tecnologica di lavorare con nuovi materiali responsivi in cui la vegetazione e tutti gli organismi bio-attivi si combinerebbero in nuovi dispositivi spaziali multi-scalari, ‘ambienti in/di rete’, evidenziando il passaggio da un’ecologia difensiva a un’ecologia proattiva e persino a un’ecologia sempre più tecno-performativa.

TOPOLOGIE VERDI E PAESAGGI OLTRE IL PAESAGGIO 30 anni di ricerche sulla ibridizzazione del verde

Gausa Navarro, Manuel
2022-01-01

Abstract

I nuovi metabolismi urbani e la loro condizione antropica accelerata richiedono una nuova visione sistemica ambientale interconnessa, capace di favorire non solo un’effi- cace interazione tra ‘fabbriche’ e ‘paesaggi’ inter- ed endo- urbani, ma anche una nuo- va dimensione ‘verde’ più fluida e trasversale, volta a incoraggiare un fertile incontro tra natura e città, eco-struttura e infra-struttura, tecnologia, topografia e topologia, intrec- ciando il territorio, re-informando i suoi stessi tessuti strutturali e soprattutto ‘re-natura- lizzando’, attraverso maglie flessibili, le sue diverse e variegate preesistenze. Si rendo- no necessarie nuove strategie eco-sistemiche ‘città-architettura-infrastruttura-paesag- gio’ ma anche nuovi tipi di repertori spaziali dalle geometrie più complesse (più flessibi- li, elastiche e organiche) legate alle dinamiche di un ambiente in mutazione e alle sue manifestazioni multi-scalari: nuove topografie, topologie e topomorfie (ma anche para- tipologie) più ibride perché, paradossalmente, più sensibili alla natura; approcci favoriti dall’attuale capacità eco-tecnologica di lavorare con nuovi materiali responsivi in cui la vegetazione e tutti gli organismi bio-attivi si combinerebbero in nuovi dispositivi spaziali multi-scalari, ‘ambienti in/di rete’, evidenziando il passaggio da un’ecologia difensiva a un’ecologia proattiva e persino a un’ecologia sempre più tecno-performativa.
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