The hate speech that flows through the Net and the media, upsetting any debates, really poses an inconvenient question about a deep human issue: the fear of the stranger as the face and the representation of everything which does not belong to one’s own immediate range of knowledge and relationships. The philosophical reflection has often investigated, particularly in the XX century, the conditions of existence of a negated, or delayed, or trumped condition of being “other”, which appears to characterize the contemporary times, and often leads to a linguistic, moral, spiritual and even democratic poverty, spreading racism and renewed xenophobia as the new keywords of a logos interrupted in its dia-logic and humanly fecund dynamics. This paper intends to highlight some episodes of this philosophical reflection, attempting to conjugate philosophical and pedagogical practices within the contemporary, digital relationality.

I discorsi d’odio che attraversano e perturbano il dibattito in Rete e sui media interrogano e scomodano in realtà un’istanza profonda dell’umano: la paura dell’estraneo come volto e rappresentazione di tutto ciò che non appartiene al proprio immediato orizzonte conoscitivo e relazionale. La riflessione filosofica si è interrogata spesso, soprattutto nel corso del Novecento, sulle condizioni di esistenza di un’alterità negata o differita o calpestata che sembra caratterizzare la contemporaneità e che spesso conduce verso una povertà linguistica, morale, spirituale e persino democratica, veicolando razzismi e rinnovate xenofobie come nuove parole d’ordine di un logos interrotto nella sua dinamica dialogica e umanamente fertile. L’articolo vuole indagare alcuni momenti di questa riflessione filosofica cercando di coniugare gesto filosofico e gesto pedagogico nella relazionalità contemporanea e digitale.

Quando l'estraneo diventa nemico

Arsena A
2019-01-01

Abstract

The hate speech that flows through the Net and the media, upsetting any debates, really poses an inconvenient question about a deep human issue: the fear of the stranger as the face and the representation of everything which does not belong to one’s own immediate range of knowledge and relationships. The philosophical reflection has often investigated, particularly in the XX century, the conditions of existence of a negated, or delayed, or trumped condition of being “other”, which appears to characterize the contemporary times, and often leads to a linguistic, moral, spiritual and even democratic poverty, spreading racism and renewed xenophobia as the new keywords of a logos interrupted in its dia-logic and humanly fecund dynamics. This paper intends to highlight some episodes of this philosophical reflection, attempting to conjugate philosophical and pedagogical practices within the contemporary, digital relationality.
2019
I discorsi d’odio che attraversano e perturbano il dibattito in Rete e sui media interrogano e scomodano in realtà un’istanza profonda dell’umano: la paura dell’estraneo come volto e rappresentazione di tutto ciò che non appartiene al proprio immediato orizzonte conoscitivo e relazionale. La riflessione filosofica si è interrogata spesso, soprattutto nel corso del Novecento, sulle condizioni di esistenza di un’alterità negata o differita o calpestata che sembra caratterizzare la contemporaneità e che spesso conduce verso una povertà linguistica, morale, spirituale e persino democratica, veicolando razzismi e rinnovate xenofobie come nuove parole d’ordine di un logos interrotto nella sua dinamica dialogica e umanamente fertile. L’articolo vuole indagare alcuni momenti di questa riflessione filosofica cercando di coniugare gesto filosofico e gesto pedagogico nella relazionalità contemporanea e digitale.
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