Starting from the interpretations of the philosophy of history that have sought a paradigmatic place, capable of representing a nodal point, an umbilical cord between cultures and civilizations, like a reality characterized by crossings and plurality, this article discusses the possibility to build in the con- temporary world, characterized by crossings and migrations, a physical and existential, metaphysical and pedagogical perimeter in which to realize the hospitality understood in the manner of Derrida: a destabilizing category that deconstructs the relationship with an atavistic exclusionary nomos.

Partendo dalle interpretazioni della filosofia della storia che hanno cercato un luogo paradigmatico, capace di rappresentare un punto nodale, un cordone ombelicale tra le culture e le civiltà, al pari di una realtà caratterizzata da attraversamenti e da pluralità, l’articolo discute qui della possibilità di edificare nella contemporaneità caratterizzata dagli odierni attraversamenti e dalle migrazioni, un perimetro fisico ed esistenziale, metafisico e pedagogico in cui realizzare l’ospitalità intesa alla maniera di Derrida, ovvero categoria destabilizzante che decostruisce il rapporto con un atavico nomos escludente.

Per una lettura pedagogica della fenomenologia della migrazione

Arsena A
2020-01-01

Abstract

Starting from the interpretations of the philosophy of history that have sought a paradigmatic place, capable of representing a nodal point, an umbilical cord between cultures and civilizations, like a reality characterized by crossings and plurality, this article discusses the possibility to build in the con- temporary world, characterized by crossings and migrations, a physical and existential, metaphysical and pedagogical perimeter in which to realize the hospitality understood in the manner of Derrida: a destabilizing category that deconstructs the relationship with an atavistic exclusionary nomos.
2020
Partendo dalle interpretazioni della filosofia della storia che hanno cercato un luogo paradigmatico, capace di rappresentare un punto nodale, un cordone ombelicale tra le culture e le civiltà, al pari di una realtà caratterizzata da attraversamenti e da pluralità, l’articolo discute qui della possibilità di edificare nella contemporaneità caratterizzata dagli odierni attraversamenti e dalle migrazioni, un perimetro fisico ed esistenziale, metafisico e pedagogico in cui realizzare l’ospitalità intesa alla maniera di Derrida, ovvero categoria destabilizzante che decostruisce il rapporto con un atavico nomos escludente.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/1091687
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