Il rito camerale avverso il silenzio-inadempimento dell'amministrazione è ancora fonte di discussioni, dense di risvolti di ordine applicativo. Le recenti leggi n. 15/2005 e n. 80/2005, pur introducendo significative modificazioni alla disciplina del silenzio amministrativo ex art. 2 della legge n. 241/1990, lasciano tuttavia aperte talune fondamentali questioni, fra cui in primis quella afferente alla definizione del potere del giudice in ordine all'accertamento della fondatezza dell'istanza del privato. In questo contesto problematico - talvolta desolante sotto il profilo dell'effettività della tutela - si dibatte la giurisprudenza nella ricerca affannosa di un soddisfacente bilanciamento tra le ragioni di riserva della funzione amministrativa e le ragioni di economia processuale e di effettività della tutela giurisdizionale.
Il silenzio-rifiuto fa ancora rumore nel faticoso cammino della giurisprudenza
Armando Giuffrida
2009-01-01
Abstract
Il rito camerale avverso il silenzio-inadempimento dell'amministrazione è ancora fonte di discussioni, dense di risvolti di ordine applicativo. Le recenti leggi n. 15/2005 e n. 80/2005, pur introducendo significative modificazioni alla disciplina del silenzio amministrativo ex art. 2 della legge n. 241/1990, lasciano tuttavia aperte talune fondamentali questioni, fra cui in primis quella afferente alla definizione del potere del giudice in ordine all'accertamento della fondatezza dell'istanza del privato. In questo contesto problematico - talvolta desolante sotto il profilo dell'effettività della tutela - si dibatte la giurisprudenza nella ricerca affannosa di un soddisfacente bilanciamento tra le ragioni di riserva della funzione amministrativa e le ragioni di economia processuale e di effettività della tutela giurisdizionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.