L’articolo si concentra sulla teoria mitopoietica proposta da Carlo Levi in Paura della libertà per riflettere sulla funzione di alcune specifiche memorie letterarie (da Dante, a Petrarca, a Éluard). Allontanandosi dallo storicismo crociano e rielaborando il tema vichiano del mito come vera narratio, Levi riconosce nel terrore del sacro, imbrigliato nelle regole della religione e dello Stato, la causa più profonda dell’affermazione del nazifascismo. L’autore identifica quindi nell’individualismo astratto o, all’opposto, nell’annullamento del singolo nella massa i segni distintivi della paura e indica nel coraggio di battersi per la libertà la condizione per creare una società fondata «sulla riscoperta dell’uomo come unità e come rapporto». This article focuses on Carlo Levi’s mythopoiesis as presented in Fear of Freedom in order to shed light on the meaning of certain specific literary references (from Dante to Petrarch and Éluard). Moving away from Crocian historicism and re-elaborating Vico’s topic of myth as vera narratio, Levi recognizes the terror of the sacred, trapped in the rules of religion and the State, as the deepest cause for the rise of Nazi-fascism. The author therefore identifies the distinctive signs of fear in an abstract individualism or, on the contrary, in the risk of losing individual identity among the masses, and he indicates the courage to stand up for freedom as the starting point for a society founded «on the rediscovery of man as a unit and as a relationship with others».

Mitopoiesi e memoria letteraria in Paura della libertà di Carlo Levi

Beltrami, Luca
2021-01-01

Abstract

L’articolo si concentra sulla teoria mitopoietica proposta da Carlo Levi in Paura della libertà per riflettere sulla funzione di alcune specifiche memorie letterarie (da Dante, a Petrarca, a Éluard). Allontanandosi dallo storicismo crociano e rielaborando il tema vichiano del mito come vera narratio, Levi riconosce nel terrore del sacro, imbrigliato nelle regole della religione e dello Stato, la causa più profonda dell’affermazione del nazifascismo. L’autore identifica quindi nell’individualismo astratto o, all’opposto, nell’annullamento del singolo nella massa i segni distintivi della paura e indica nel coraggio di battersi per la libertà la condizione per creare una società fondata «sulla riscoperta dell’uomo come unità e come rapporto». This article focuses on Carlo Levi’s mythopoiesis as presented in Fear of Freedom in order to shed light on the meaning of certain specific literary references (from Dante to Petrarch and Éluard). Moving away from Crocian historicism and re-elaborating Vico’s topic of myth as vera narratio, Levi recognizes the terror of the sacred, trapped in the rules of religion and the State, as the deepest cause for the rise of Nazi-fascism. The author therefore identifies the distinctive signs of fear in an abstract individualism or, on the contrary, in the risk of losing individual identity among the masses, and he indicates the courage to stand up for freedom as the starting point for a society founded «on the rediscovery of man as a unit and as a relationship with others».
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/1076673
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