Il termine ‘archistar’ viene coniato e compiutamente teorizzato, per la prima volta, nel 2003. All’inizio degli anni duemila, la famiglia delle archistar acquista un’inedita onnipotenza politico-mediatica, trascende la dimensione puramente architettonica, partorendo guru che dettano mode e tendenze — autentiche icone per la società. Il progetto da strumento di controllo e trasformazione dell’ambiente si trasfigura in plateale gesto di spettacolarizzazione del prodotto, in seguito veicolato attraverso differenti canali di comunicazione. In particolare, è nei confronti del rivestimento esterno (la cosiddetta ‘pelle’) che matura una vera e propria ossessione. Verdi, lisergiche, multimediali, robotizzate, altamente performanti: le superfici-involucro degli edifici si elevano a manifesto con cui le archistar legittimano il proprio status di icone. Le archistar fabbricano macchine per stupire, sono macchine per stupire. Lo shock è fondamentalmente visivo. In quanto tale mira a una irrinunciabile fotogenicità. Questa tendenza, incentivata agli albori del terzo millennio, si estremizza al giorno d’oggi, con la realizzazione di installazioni appositamente progettate per stimolare la fotogenia degli scatti da consegnare a Instagram.

A discolpa delle archistar©

Elisabetta Canepa
2018-01-01

Abstract

Il termine ‘archistar’ viene coniato e compiutamente teorizzato, per la prima volta, nel 2003. All’inizio degli anni duemila, la famiglia delle archistar acquista un’inedita onnipotenza politico-mediatica, trascende la dimensione puramente architettonica, partorendo guru che dettano mode e tendenze — autentiche icone per la società. Il progetto da strumento di controllo e trasformazione dell’ambiente si trasfigura in plateale gesto di spettacolarizzazione del prodotto, in seguito veicolato attraverso differenti canali di comunicazione. In particolare, è nei confronti del rivestimento esterno (la cosiddetta ‘pelle’) che matura una vera e propria ossessione. Verdi, lisergiche, multimediali, robotizzate, altamente performanti: le superfici-involucro degli edifici si elevano a manifesto con cui le archistar legittimano il proprio status di icone. Le archistar fabbricano macchine per stupire, sono macchine per stupire. Lo shock è fondamentalmente visivo. In quanto tale mira a una irrinunciabile fotogenicità. Questa tendenza, incentivata agli albori del terzo millennio, si estremizza al giorno d’oggi, con la realizzazione di installazioni appositamente progettate per stimolare la fotogenia degli scatti da consegnare a Instagram.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/1055664
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