With its judgment filed on 7 August 2020, the Italian Corte di cassazione addressed, once again, the issue of the recognition of a foreign repudiation order. As it is well known, the institution of repudiation, which is traditional within Islamic legal systems, has already been the subject of a specific attention in the past in the Italian case-law, which was mainly oriented towards denying the attribution of any effect because of an insurmountable “ontological” conflict between the values underlying this institution in the countries of origin with the principles underlying the so-called international public order of the domestic forum. The contribution aims to examine this position critically, also moving from some isolated signs of a different view, to be found both in the case-law and in the related literature.

Con sentenza depositata il 7 agosto 2020, la Corte di cassazione è tornata a confrontarsi con il tema del riconoscimento di un provvedimento straniero di ripudio. Come noto l’istituto, proprio degli ordinamenti giuridici di matrice islamica, è già stato oggetto in passato di particolari attenzioni da parte della giurisprudenza italiana, prevalentemente orientata nel senso di negare l’attribuzione di qualsiasi effetto a causa di un insormontabile conflitto “ontologico” tra i valori sottesi a tale istituto nei Paesi d’origine ed i principi fondanti il cd. ordine pubblico internazionale del foro interno. Il contributo mira a vagliare in senso critico tale posizione, anche alle luce di alcuni isolati segnali di segno opposto, rinvenibili sia in giurisprudenza che nella riflessione dottrinale.

La Corte di cassazione ritorna sul tema del riconoscimento del ripudio islamico

F. Pesce
2021-01-01

Abstract

With its judgment filed on 7 August 2020, the Italian Corte di cassazione addressed, once again, the issue of the recognition of a foreign repudiation order. As it is well known, the institution of repudiation, which is traditional within Islamic legal systems, has already been the subject of a specific attention in the past in the Italian case-law, which was mainly oriented towards denying the attribution of any effect because of an insurmountable “ontological” conflict between the values underlying this institution in the countries of origin with the principles underlying the so-called international public order of the domestic forum. The contribution aims to examine this position critically, also moving from some isolated signs of a different view, to be found both in the case-law and in the related literature.
2021
Con sentenza depositata il 7 agosto 2020, la Corte di cassazione è tornata a confrontarsi con il tema del riconoscimento di un provvedimento straniero di ripudio. Come noto l’istituto, proprio degli ordinamenti giuridici di matrice islamica, è già stato oggetto in passato di particolari attenzioni da parte della giurisprudenza italiana, prevalentemente orientata nel senso di negare l’attribuzione di qualsiasi effetto a causa di un insormontabile conflitto “ontologico” tra i valori sottesi a tale istituto nei Paesi d’origine ed i principi fondanti il cd. ordine pubblico internazionale del foro interno. Il contributo mira a vagliare in senso critico tale posizione, anche alle luce di alcuni isolati segnali di segno opposto, rinvenibili sia in giurisprudenza che nella riflessione dottrinale.
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