La corsa barbaresca è un fenomeno caratterizzante del Mediterraneo dell’età moderna. La sua intensità e la sua presenza hanno influenzato i traffici commerciali, le relazioni internazionali, la politica navale, l’organizzazione militare, le pratiche armatoriali, assicurative, cantieristiche e di navigazione. Per alcune realtà mediterranee il problema della corsa barbaresca si è tradotto in tre secoli di guerra permanente; una guerra a bassa intensità, che ha prodotto forme di difesa e di autoprotezione strutturali, di lungo periodo. La Repubblica di Genova è una di queste realtà. Per Genova la guerra coi Barbareschi è durata tre secoli. È stata una guerra essenzialmente di difesa, in cui l’obiettivo era proteggere le popolazioni litoranee e la navigazione mercantile. Le forme di difesa a cui lo stato genovese ha fatto ricorso sono state quella tradizionali, di difesa mobile (marina da guerra) e di difesa statica (fortificazioni costiere). L’estensione del problema, sia in termini spaziali che quantitativi, era però sproporzionato rispetto agli strumenti messi in campo dallo stato. Da qui l’integrazione della difesa, garantita dalla marina da guerra e dal sistema fortificatorio costiero, con pratiche di autoprotezione, tanto sulla terraferma quanto in mare. Autoprotezione del territorio e della navigazione, in forme variegate, a cui lo stato non è rimasto estraneo: le ha promosse, favorite, assecondate e in alcuni casi coordinate, rimediando alle problematiche connesse alla spontaneità e alla mancanza di direzione.
Forme di difesa e pratiche di autoprotezione: i genovesi di fronte alla corsa barbaresca XVII-XVIII sec.
Emiliano Beri
2020-01-01
Abstract
La corsa barbaresca è un fenomeno caratterizzante del Mediterraneo dell’età moderna. La sua intensità e la sua presenza hanno influenzato i traffici commerciali, le relazioni internazionali, la politica navale, l’organizzazione militare, le pratiche armatoriali, assicurative, cantieristiche e di navigazione. Per alcune realtà mediterranee il problema della corsa barbaresca si è tradotto in tre secoli di guerra permanente; una guerra a bassa intensità, che ha prodotto forme di difesa e di autoprotezione strutturali, di lungo periodo. La Repubblica di Genova è una di queste realtà. Per Genova la guerra coi Barbareschi è durata tre secoli. È stata una guerra essenzialmente di difesa, in cui l’obiettivo era proteggere le popolazioni litoranee e la navigazione mercantile. Le forme di difesa a cui lo stato genovese ha fatto ricorso sono state quella tradizionali, di difesa mobile (marina da guerra) e di difesa statica (fortificazioni costiere). L’estensione del problema, sia in termini spaziali che quantitativi, era però sproporzionato rispetto agli strumenti messi in campo dallo stato. Da qui l’integrazione della difesa, garantita dalla marina da guerra e dal sistema fortificatorio costiero, con pratiche di autoprotezione, tanto sulla terraferma quanto in mare. Autoprotezione del territorio e della navigazione, in forme variegate, a cui lo stato non è rimasto estraneo: le ha promosse, favorite, assecondate e in alcuni casi coordinate, rimediando alle problematiche connesse alla spontaneità e alla mancanza di direzione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.