Questo articolo traccia la parabola del pensiero femminista o, meglio, schiettamente ‘femminile’ di Amalia Guglielminetti (1881-1941), non compreso fino in fondo dai suoi contemporanei e dai suoi critici, ma che, a ben vedere, s’inserì fra i primi passi emblematici di un’emancipazione di là da venire. Guglielminetti, assistendo — in una posizione defilata di spettatrice — al Primo Congresso delle Donne Italiane (Roma, 1908), confidò a Guido Gozzano tutta la propria delusione, se non il disgusto, per un incontro che definì inconcludente; poi nel 1925, a Torino, prese — animatamente — parte e parola a una manifestazione ‘Pro Voto Donne’. È, però, tramite la letteratura che Guglielminetti riuscì a esprimere la propria visione di donna moderna, incoerente eppure così interessante e che qui, per la prima volta nel suo insieme, s’intende ricostruire e valorizzare, ripercorrendo l’opera della scrittrice, il cui motto si può riassumere nelle parole della protagonista della commedia Il baro dell’amore (1919): ‘poiché la mia persona m’appartiene, io posso disporne come voglio’.

«La mia persona m’appartiene, io posso disporne come voglio». L’orgoglio femminile nell’opera di Amalia Guglielminetti

Alessandro Ferraro
2018-01-01

Abstract

Questo articolo traccia la parabola del pensiero femminista o, meglio, schiettamente ‘femminile’ di Amalia Guglielminetti (1881-1941), non compreso fino in fondo dai suoi contemporanei e dai suoi critici, ma che, a ben vedere, s’inserì fra i primi passi emblematici di un’emancipazione di là da venire. Guglielminetti, assistendo — in una posizione defilata di spettatrice — al Primo Congresso delle Donne Italiane (Roma, 1908), confidò a Guido Gozzano tutta la propria delusione, se non il disgusto, per un incontro che definì inconcludente; poi nel 1925, a Torino, prese — animatamente — parte e parola a una manifestazione ‘Pro Voto Donne’. È, però, tramite la letteratura che Guglielminetti riuscì a esprimere la propria visione di donna moderna, incoerente eppure così interessante e che qui, per la prima volta nel suo insieme, s’intende ricostruire e valorizzare, ripercorrendo l’opera della scrittrice, il cui motto si può riassumere nelle parole della protagonista della commedia Il baro dell’amore (1919): ‘poiché la mia persona m’appartiene, io posso disporne come voglio’.
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2018 Ferraro - "La mia persona m'appartiene, io posso disporne come voglio". L'orgoglio femminile nell'opera di Amalia Guglielminetti («The Italianist».pdf

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