Situata nell’immediato ponente della città di Genova, la valle del Torrente Polcevera ha plasmato - insieme alla valle del Torrente Bisagno a levante - la conformazione dell’insediamento urbano fin da tempi antichissimi. La valle è caratterizzata da un ampio letto alluvionale che corre quasi in linea retta, perpendicolarmente al mare, per aprirsi a ventaglio verso le sorgenti montane dei suoi affluenti. Dalla fine dell’Ottocento, con la costruzione della ferrovia per Torino e la regolarizzazione dell’argine, le prime grandi industrie hanno trovato collocazione in aree prima occupate dal greto del fiume consoli- dando un tessuto operativo di carattere pre- valentemente produttivo e logistico. Questa evoluzione ha originato un particolare caso di paesaggio logistico che, partendo dal bordo costiero, piega internamente distendendosi lungo le sponde fluviali verso l’entroterra. Come noto, nel recente passato, il quadro della Valle è stato ulteriormente sconvolto dal crollo di una parte del Viadotto Polcevera (o familiarmente Ponte Morandi) nell’estate del 20184. Al netto delle pesanti ripercussioni sui sistemi di vita e di lavoro di questa porzione di città, il drammatico evento ha palesato potenzialità latenti ed evidenziato un terreno comune. La demolizione - o in questo caso l’inatteso crollo - ha infatti portato alla luce un campo di applicazione dove provare la resilienza dei territori e, attraverso il progetto, definire una nuova nozione di sostenibilità urbana basata su una diversa idea di patrimonio (architettonico, industriale e urbano), non più statica ma dinamica.

Paesaggi logistici e infrastrutture osmotiche. Il caso della Val Polcevera a Genova

Moretti, B.
2018-01-01

Abstract

Situata nell’immediato ponente della città di Genova, la valle del Torrente Polcevera ha plasmato - insieme alla valle del Torrente Bisagno a levante - la conformazione dell’insediamento urbano fin da tempi antichissimi. La valle è caratterizzata da un ampio letto alluvionale che corre quasi in linea retta, perpendicolarmente al mare, per aprirsi a ventaglio verso le sorgenti montane dei suoi affluenti. Dalla fine dell’Ottocento, con la costruzione della ferrovia per Torino e la regolarizzazione dell’argine, le prime grandi industrie hanno trovato collocazione in aree prima occupate dal greto del fiume consoli- dando un tessuto operativo di carattere pre- valentemente produttivo e logistico. Questa evoluzione ha originato un particolare caso di paesaggio logistico che, partendo dal bordo costiero, piega internamente distendendosi lungo le sponde fluviali verso l’entroterra. Come noto, nel recente passato, il quadro della Valle è stato ulteriormente sconvolto dal crollo di una parte del Viadotto Polcevera (o familiarmente Ponte Morandi) nell’estate del 20184. Al netto delle pesanti ripercussioni sui sistemi di vita e di lavoro di questa porzione di città, il drammatico evento ha palesato potenzialità latenti ed evidenziato un terreno comune. La demolizione - o in questo caso l’inatteso crollo - ha infatti portato alla luce un campo di applicazione dove provare la resilienza dei territori e, attraverso il progetto, definire una nuova nozione di sostenibilità urbana basata su una diversa idea di patrimonio (architettonico, industriale e urbano), non più statica ma dinamica.
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