Drawing on GAMBIER & van DOORSLAER’s The Metalanguage of Translation (2009), this paper offers a reflection on translation terminology while tracing a review of two keywords, i.e. shift and markedness, and investigates whether they feature or not and how they are (not) used in a range of encyclopaedias, dictionaries, coursebooks, and handbooks. By tracking down how the two terms were introduced into Translation Studies and how they have been deployed and variously conceptualised, the aim of this essay is to increase awareness - among translation lecturers and trainees, in particular - of their polysemy that may be a source of inspiration for further discussion. However, polysemy also brings to the fore how their different and somewhat inconsistent use within reference Translation Studies materials may discourage learners from grasping their complexity and master them as theory-specific tools.

Prendendo le mosse dal volume The Metalanguage of Translation (2009) di GAMBIER & van DOORSLAER, questo studio propone una riflessione sulla terminologia in uso negli studi teorici sulla traduzione a partire da due vocaboli chiave tra quelli tecnici in uso, ovvero shift e markedness, ripercorrendone l’affermarsi e il modo in cui sono (o meno) utilizzati e sono (o meno) presenti in una selezione di enciclopedie, dizionari, libri di testo e manuali di larga diffusione. L’intenzione è portare in primo piano e quindi all’attenzione - tra gli altri di chi guida e di chi frequenta corsi universitari sulla traduzione - sia la loro polisemia che può fungere da stimolo per analisi e confronti, sia come il loro significato specifico, spesso anche molto distante all’interno di precisi approcci, possa se non coerentemente presentato trasformarsi in un impedimento a cogliere l’articolazione di alcune teorie traduttive. La valenza polisemica di questi termini, attestatasi storicamente all’interno di specifici approcci, si affianca in dizionari, manuali e enciclopedie a un utilizzo parzialmente incoerente che vede predominare il senso più comune o generico delle due parole chiave. Tale uso può essere sviante ma anche sfavorire una visione articolata dei due vocaboli in materiali considerati punto di riferimento per orientarsi tra metodologie, approcci teorici e strategie o modelli traduttivi.

«Shifts» and «Markedness»: Words or Terms? Terminology and Metalanguage Issues in Translation Studies Dictionaries, Encyclopedia, Handbooks and Coursebooks

Laura Santini
2020-01-01

Abstract

Drawing on GAMBIER & van DOORSLAER’s The Metalanguage of Translation (2009), this paper offers a reflection on translation terminology while tracing a review of two keywords, i.e. shift and markedness, and investigates whether they feature or not and how they are (not) used in a range of encyclopaedias, dictionaries, coursebooks, and handbooks. By tracking down how the two terms were introduced into Translation Studies and how they have been deployed and variously conceptualised, the aim of this essay is to increase awareness - among translation lecturers and trainees, in particular - of their polysemy that may be a source of inspiration for further discussion. However, polysemy also brings to the fore how their different and somewhat inconsistent use within reference Translation Studies materials may discourage learners from grasping their complexity and master them as theory-specific tools.
2020
Prendendo le mosse dal volume The Metalanguage of Translation (2009) di GAMBIER & van DOORSLAER, questo studio propone una riflessione sulla terminologia in uso negli studi teorici sulla traduzione a partire da due vocaboli chiave tra quelli tecnici in uso, ovvero shift e markedness, ripercorrendone l’affermarsi e il modo in cui sono (o meno) utilizzati e sono (o meno) presenti in una selezione di enciclopedie, dizionari, libri di testo e manuali di larga diffusione. L’intenzione è portare in primo piano e quindi all’attenzione - tra gli altri di chi guida e di chi frequenta corsi universitari sulla traduzione - sia la loro polisemia che può fungere da stimolo per analisi e confronti, sia come il loro significato specifico, spesso anche molto distante all’interno di precisi approcci, possa se non coerentemente presentato trasformarsi in un impedimento a cogliere l’articolazione di alcune teorie traduttive. La valenza polisemica di questi termini, attestatasi storicamente all’interno di specifici approcci, si affianca in dizionari, manuali e enciclopedie a un utilizzo parzialmente incoerente che vede predominare il senso più comune o generico delle due parole chiave. Tale uso può essere sviante ma anche sfavorire una visione articolata dei due vocaboli in materiali considerati punto di riferimento per orientarsi tra metodologie, approcci teorici e strategie o modelli traduttivi.
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