Il contributo è dedicato al commento di una sentenza della Corte costituzionale (113/2011) che ha introdotto un vero e proprio istituto nell'ordinamento processuale penale italiano, ossia la revisione europea. L'approccio è critico e l’Autore segnala la portata dirompente della sentenza della Corte costituzionale, che non può essere ascritta alle pronunce additive di principio. Attraverso la clausola di compatibilità con lo scopo della riapertura, il giudice delle leggi conia un nuovo rimedio straordinario, che si affianca alla revisione tradizionale ed è destinato ad assumere una morfologia variabile a seconda della violazione accertata dalla Corte di Strasburgo.
Una sentenza "additiva di istituto": la Corte costituzionale crea la "revisione europea"
Gialuz M.
2011-01-01
Abstract
Il contributo è dedicato al commento di una sentenza della Corte costituzionale (113/2011) che ha introdotto un vero e proprio istituto nell'ordinamento processuale penale italiano, ossia la revisione europea. L'approccio è critico e l’Autore segnala la portata dirompente della sentenza della Corte costituzionale, che non può essere ascritta alle pronunce additive di principio. Attraverso la clausola di compatibilità con lo scopo della riapertura, il giudice delle leggi conia un nuovo rimedio straordinario, che si affianca alla revisione tradizionale ed è destinato ad assumere una morfologia variabile a seconda della violazione accertata dalla Corte di Strasburgo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.