Presso la Biblioteca Provinciale dei Frati Minori di Firenze, nel convento di San Francesco in Piazza Savonarola, si conserva un antifonario realizzato entro i primi decenni del Trecento, corredato da un cospicuo numero di iniziali miniate, classificato con il numero 87. La decorazione del testo è aniconica e si basa sulla ripetizione di moduli semplici. L’analisi del corale pone essenzialmente due diversi problemi. Il primo riguarda la determinazione del contesto originario di provenienza e la committenza: se, infatti, alcuni elementi ben si adattano all’ambito francescano (la scarna semplicità della decorazione, in primo luogo), ve ne sono altri, come si vedrà, che portano a mettere in dubbio quella che sembrerebbe, anche alla luce della vicenda conservativa recente del codice, la lectio facilior. Il secondo quesito è sotto certi aspetti quello più attraente, e riguarda il tentativo di individuare il secondo volume della serie. Il codice, infatti, contiene soltanto la seconda parte dell’anno liturgico: il proprio del tempo va dall’ottava di Pasqua all’ufficio del tempo festivo, il proprio dei santi da san Giovanni a Porta Latina a san Clemente. Di necessità, dunque, la serie doveva comprendere originariamente un altro antifonario, contenente la prima parte dell’anno. Le considerazioni qui esposte, tenendo presenti questi due ideali punti di arrivo, si basano essenzialmente sull’analisi degli elementi formali delle miniature e tentano di chiarirne l’ambito stilistico-culturale di riferimento

Una nuova proposta per l’attività fiorentina del Maestro dei Corali di Massa Marittima: il corale 87 dei francescani di Firenze

Aurora Corio
2019-01-01

Abstract

Presso la Biblioteca Provinciale dei Frati Minori di Firenze, nel convento di San Francesco in Piazza Savonarola, si conserva un antifonario realizzato entro i primi decenni del Trecento, corredato da un cospicuo numero di iniziali miniate, classificato con il numero 87. La decorazione del testo è aniconica e si basa sulla ripetizione di moduli semplici. L’analisi del corale pone essenzialmente due diversi problemi. Il primo riguarda la determinazione del contesto originario di provenienza e la committenza: se, infatti, alcuni elementi ben si adattano all’ambito francescano (la scarna semplicità della decorazione, in primo luogo), ve ne sono altri, come si vedrà, che portano a mettere in dubbio quella che sembrerebbe, anche alla luce della vicenda conservativa recente del codice, la lectio facilior. Il secondo quesito è sotto certi aspetti quello più attraente, e riguarda il tentativo di individuare il secondo volume della serie. Il codice, infatti, contiene soltanto la seconda parte dell’anno liturgico: il proprio del tempo va dall’ottava di Pasqua all’ufficio del tempo festivo, il proprio dei santi da san Giovanni a Porta Latina a san Clemente. Di necessità, dunque, la serie doveva comprendere originariamente un altro antifonario, contenente la prima parte dell’anno. Le considerazioni qui esposte, tenendo presenti questi due ideali punti di arrivo, si basano essenzialmente sull’analisi degli elementi formali delle miniature e tentano di chiarirne l’ambito stilistico-culturale di riferimento
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