Tra le architetture che hanno contribuito al processo di urbanizzazione e trasformazione della costa ligure, tra la fine del XIX e gli anni Settanta del XX Secolo, quelle dedicate alla cura, all’educazione e alla vacanza per l’infanzia costituiscono un importante tassello, ancora poco conosciuto, della storia delle due Riviere. Definite secondo diverse locuzioni quali ospizi marini, istituti elioterapici, colonie marine e di vacanza, queste strutture nascono in Italia come luoghi per la salvaguardia della salute dei bambini appartenenti alle classi meno abbienti, per poi assumere anche una funzione educatrice e ludica. Con la diminuzione della domanda di strutture per il turismo sociale, iniziata negli anni Settanta del Novecento, la maggior parte di questi edifici, sono stati progressivamente abbandonati, demoliti o riconvertiti. Questi complessi rappresentano oggi la testimonianza materiale dell’evoluzione di parte della cultura igienica, assistenziale e pedagogica italiana dell’ultimo secolo, nonché un insieme di tipi edilizi di rilevante valenza architettonica e paesaggistica. Il seguente contributo, parte di una ricerca di dottorato ancora in corso, propone, attraverso l’analisi del caso ligure, una riflessione sul tema della conservazione e del riuso dei questo patrimonio moderno e dell’importanza insita nella sua valorizzazione al fine di un corretto sviluppo paesaggistico della Riviera.

Ospizi marini, istituti elioterapici e colonie nella Riviera ligure: storia e tutela di un patrimonio moderno

Francesca Segantin
2015-01-01

Abstract

Tra le architetture che hanno contribuito al processo di urbanizzazione e trasformazione della costa ligure, tra la fine del XIX e gli anni Settanta del XX Secolo, quelle dedicate alla cura, all’educazione e alla vacanza per l’infanzia costituiscono un importante tassello, ancora poco conosciuto, della storia delle due Riviere. Definite secondo diverse locuzioni quali ospizi marini, istituti elioterapici, colonie marine e di vacanza, queste strutture nascono in Italia come luoghi per la salvaguardia della salute dei bambini appartenenti alle classi meno abbienti, per poi assumere anche una funzione educatrice e ludica. Con la diminuzione della domanda di strutture per il turismo sociale, iniziata negli anni Settanta del Novecento, la maggior parte di questi edifici, sono stati progressivamente abbandonati, demoliti o riconvertiti. Questi complessi rappresentano oggi la testimonianza materiale dell’evoluzione di parte della cultura igienica, assistenziale e pedagogica italiana dell’ultimo secolo, nonché un insieme di tipi edilizi di rilevante valenza architettonica e paesaggistica. Il seguente contributo, parte di una ricerca di dottorato ancora in corso, propone, attraverso l’analisi del caso ligure, una riflessione sul tema della conservazione e del riuso dei questo patrimonio moderno e dell’importanza insita nella sua valorizzazione al fine di un corretto sviluppo paesaggistico della Riviera.
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