La città della costa è stata definita in molti modi: città infinita-generica-diffusa-porosa-pulviscolare. Una città senza centro, potenzialmente infinita, compressa in un lembo di territorio stretto ed allungato fra le dorsali appenniniche ed il mare, tenuta insieme da un fascio di linee parallele (le strade, le ferrovie, le case, gli alberi, le curve di livello). Una alternanza di placche agricole, di piattaforme industriali, di pezzi di naturalità in degrado; strutture dismesse e porti operativi; centri abitati con forti variazioni stagionali. È una condizione che ricorre lungo oltre settemila chilometri di costa di cui l’Italia dispone. La ritroviamo sul versante tirrenico, la riconosciamo nel contesto ligure: nell’analoga topografia, compressa fra il mare (più profondo) e l’orografia (più serrata). La linea di costa è l’interfaccia di due elementi contrapposti: il mare e la terra.
È la periferia di ciascuno di essi ed al tempo stesso il limite eccentrico dello scambio.
Può essere vista dal mare ed è un approdo, può essere raggiunta dalla terra ed allora si carica di segni duri, di argini, di case, di barriere di difesa.
 Sono due stati opposti: il primo malleabile e liquido, il secondo assertivo e duro. Quando diventa un luogo di produzione, di operatività portuale o di cantieristica navale, questa linea di confine si dilata in un campo variabile per ampiezza, profondità e perimetro. In questo spazio assumono un nuovo significato il vuoto, lo scarto, il lotto residuale. A Genova, terra stretta, il paesaggio è il prodotto di accumulazioni che hanno richiesto radicali trasformazioni per adattarlo alle esigenze abitative, ma anche a quelle produttive e infrastrutturali. Ogni intervento sul territorio ha prodotto un’alternanza di segni deboli e forti e un particolare rapporto tra morfologia, apparato tecnico e città. Nel processo di aggiornamento strutturale, dagli albori del secolo scorso fino ad oggi, gran parte delle modificazioni hanno avuto a che fare con l’evoluzione dell’infrastruttura portuale.

Genova. La città lineare della costa e il progetto della soglia urbano-portuale

Andriani C.;Moretti B.
2020-01-01

Abstract

La città della costa è stata definita in molti modi: città infinita-generica-diffusa-porosa-pulviscolare. Una città senza centro, potenzialmente infinita, compressa in un lembo di territorio stretto ed allungato fra le dorsali appenniniche ed il mare, tenuta insieme da un fascio di linee parallele (le strade, le ferrovie, le case, gli alberi, le curve di livello). Una alternanza di placche agricole, di piattaforme industriali, di pezzi di naturalità in degrado; strutture dismesse e porti operativi; centri abitati con forti variazioni stagionali. È una condizione che ricorre lungo oltre settemila chilometri di costa di cui l’Italia dispone. La ritroviamo sul versante tirrenico, la riconosciamo nel contesto ligure: nell’analoga topografia, compressa fra il mare (più profondo) e l’orografia (più serrata). La linea di costa è l’interfaccia di due elementi contrapposti: il mare e la terra.
È la periferia di ciascuno di essi ed al tempo stesso il limite eccentrico dello scambio.
Può essere vista dal mare ed è un approdo, può essere raggiunta dalla terra ed allora si carica di segni duri, di argini, di case, di barriere di difesa.
 Sono due stati opposti: il primo malleabile e liquido, il secondo assertivo e duro. Quando diventa un luogo di produzione, di operatività portuale o di cantieristica navale, questa linea di confine si dilata in un campo variabile per ampiezza, profondità e perimetro. In questo spazio assumono un nuovo significato il vuoto, lo scarto, il lotto residuale. A Genova, terra stretta, il paesaggio è il prodotto di accumulazioni che hanno richiesto radicali trasformazioni per adattarlo alle esigenze abitative, ma anche a quelle produttive e infrastrutturali. Ogni intervento sul territorio ha prodotto un’alternanza di segni deboli e forti e un particolare rapporto tra morfologia, apparato tecnico e città. Nel processo di aggiornamento strutturale, dagli albori del secolo scorso fino ad oggi, gran parte delle modificazioni hanno avuto a che fare con l’evoluzione dell’infrastruttura portuale.
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