L’idea di questo numero nasce dall’esigenza di indagare il significato e le implicazioni dell’essere ebrei e al contempo avere un orientamento sessuale o un’identità di genere non normativi. Un quesito a cui tentano di dare una risposta i contributi inclusi nel volume, introdotto da un saggio del rabbino israeliano Ronen Lubitch, che chiarisce il rapporto dell’ebraismo rispetto all’omosessualità maschile e femminile. Aspetti del pensiero del filosofo e talmudista statunitense Daniel Boyarin vengono illustrati da Silvano Facioni; Tommaso Giartosio analizza alcune opere della letteratura mondiale: Gli occhiali d’oro di Giorgio Bassani, Bent di Martin Sherman e Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust. Alla narrativa e alla drammaturgia è dedicato il nucleo centrale dei contributi, che approfondiscono il rapporto tra ebraismo, identità, cittadinanza, genere e sessualità tanto nei testi letterari presi in esame, quanto nella biografia dei loro autori. Roberta Ascarelli racconta della storia di amore fra una donna tedesca e un’ebrea durante il nazismo, come riportata nel romanzo-documento di Erica Fischer Aimée & Jaguar: una storia d’amore. Berlino 1943. Oggetto del saggio di Gandolfo Cascio è il ruolo svolto dall’omoerotismo all’interno della produzione di Giorgio Bassani, e in particolare ne Gli occhiali d’oro (1958). Al cugino di Bassani, il ferrarese Gianfranco Rossi, è dedicato il saggio di Raniero Speelman. Angels in America, dramma epico composto nei primi anni Novanta del XX secolo dal drammaturgo americano Tony Kushner, è al centro del saggio di Giancarlo Covella. La figura di Hadassah Gross, matrona ebrea interpretata dall’artista israeliano Amichai Lau-Lavie, è al centro del contributo di Shaul Bassi. Mirna Cicioni analizza l’opera della saggista e poetessa americana di padre ebreo Adrienne Rich. Conclude questa parte del volume un’appassionata testimonianza di lettrice: Antigone non è morta invano di Anna Segre. La Rassegna dei libri, a cura di Myriam Silvera, è preceduta dal Dibattito dedicato al tema dei Giusti, di straordinaria importanza nell’interpretazione della recente storia ebraica ed europea, dove si confrontano i pareri degli storici Anna Foa e Simon Levis Sullam.

Letteratura ebraica, identità di genere, appartenenza

Laura quercioli;
2017-01-01

Abstract

L’idea di questo numero nasce dall’esigenza di indagare il significato e le implicazioni dell’essere ebrei e al contempo avere un orientamento sessuale o un’identità di genere non normativi. Un quesito a cui tentano di dare una risposta i contributi inclusi nel volume, introdotto da un saggio del rabbino israeliano Ronen Lubitch, che chiarisce il rapporto dell’ebraismo rispetto all’omosessualità maschile e femminile. Aspetti del pensiero del filosofo e talmudista statunitense Daniel Boyarin vengono illustrati da Silvano Facioni; Tommaso Giartosio analizza alcune opere della letteratura mondiale: Gli occhiali d’oro di Giorgio Bassani, Bent di Martin Sherman e Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Proust. Alla narrativa e alla drammaturgia è dedicato il nucleo centrale dei contributi, che approfondiscono il rapporto tra ebraismo, identità, cittadinanza, genere e sessualità tanto nei testi letterari presi in esame, quanto nella biografia dei loro autori. Roberta Ascarelli racconta della storia di amore fra una donna tedesca e un’ebrea durante il nazismo, come riportata nel romanzo-documento di Erica Fischer Aimée & Jaguar: una storia d’amore. Berlino 1943. Oggetto del saggio di Gandolfo Cascio è il ruolo svolto dall’omoerotismo all’interno della produzione di Giorgio Bassani, e in particolare ne Gli occhiali d’oro (1958). Al cugino di Bassani, il ferrarese Gianfranco Rossi, è dedicato il saggio di Raniero Speelman. Angels in America, dramma epico composto nei primi anni Novanta del XX secolo dal drammaturgo americano Tony Kushner, è al centro del saggio di Giancarlo Covella. La figura di Hadassah Gross, matrona ebrea interpretata dall’artista israeliano Amichai Lau-Lavie, è al centro del contributo di Shaul Bassi. Mirna Cicioni analizza l’opera della saggista e poetessa americana di padre ebreo Adrienne Rich. Conclude questa parte del volume un’appassionata testimonianza di lettrice: Antigone non è morta invano di Anna Segre. La Rassegna dei libri, a cura di Myriam Silvera, è preceduta dal Dibattito dedicato al tema dei Giusti, di straordinaria importanza nell’interpretazione della recente storia ebraica ed europea, dove si confrontano i pareri degli storici Anna Foa e Simon Levis Sullam.
2017
978-88-8057-760-7
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