Il conflitto che esiste a Genova tra i rivi che ne caratterizzano l’orografia e la popolazione può diventare un’opportunità progettuale per ricucire il rapporto con il fiume ridefinendo strumenti progettuali per ambienti fluviali urbani densi. A Genova 91.700 persone vivono in area a rischio e 9000 persone vivono nella zona rossa del Piano di Protezione Civile. Lo studio si concentrerà sul quartiere di Quezzi in Bassa Val Bisagno che durante l’evento alluvionale del 4 Novembre 2011 é stato soggetto a maggiori criticità. Quasi la totalità degli edifici e delle strade presenti si trova in area a rischio molto elevato. ll Bacino del Rio Fereggiano risulta fortemente urbanizzato. L’acqua caduta sul quartiere non ha trovato possibilità di raccolta o di riassorbimento, scendendo a valle con una forte velocità, risultante anche da una forte pendenza delle strade del bacino. I Periti del Tribunale, nella Relazione Tecnica , affermano che dai filmati è possibile osservare che le strade presenti a fondovalle, prima che il Bisagno esondasse, erano già state interessante da acque fluenti con un’altezza di quasi mezzo metro e in grado di trasportare almeno i cassonetti della spazzatura. Uno dei dati più rilevanti dell’evento è stata l’incapacità dei sistemi infrastrutturali e fognari di gestire l’acqua di deflusso: il torrente è esondato solamente a valle del bacino unendo le sue acque a quelle già presenti lungo le vie del quartiere. Successivamente sono state emanate dal Sindaco ordinanze di evacuazione per 77 numeri civici abitati da evacuare ad ogni allerta meteo. Per ripensare ad una progettazione che possa essere di gestione del rischio e di riqualificazione del quartiere, vengono definite tre tematiche progettuali che nascono da problematiche reali: - il problema dell’ABITARE a quote allagabili porta ad una ridistribuzione delle volumetrie esistenti a quota sicura e ad un ripensamento dell’ambiente costruito che può contribuire ad una sua rinaturalizzazione per una migliore vivibilità - il problema dell’ACCEDERE a quote allagabili porta alla progettazione di nuovi accessi agli edifici che definiscono nuove tipologie abitative; gli interventi riguardano inoltre le componenti dell’ambiente costruito che sono inaccessibili - la distanza che persiste tra l’abitazione e il luogo di lavoro è un problema durante gli eventi di crisi a causa della possibile presenza di auto in strada. Molte volumetrie a quota fiume sono allagabili, questo porta al loro ripensamento per AUTOSOSTENERSI con attività stagionali. È previsto un aumento di spazio verde coltivabile per assorbire l’acqua, diminuire lo scorrimento superficiale e aumentare lo spazio verde coltivabile.

ARCH2O Strategie di intervento per la riqualificazione dell’ambiente costruito denso e la gestione del rischio acqua.

Centanaro
2016-01-01

Abstract

Il conflitto che esiste a Genova tra i rivi che ne caratterizzano l’orografia e la popolazione può diventare un’opportunità progettuale per ricucire il rapporto con il fiume ridefinendo strumenti progettuali per ambienti fluviali urbani densi. A Genova 91.700 persone vivono in area a rischio e 9000 persone vivono nella zona rossa del Piano di Protezione Civile. Lo studio si concentrerà sul quartiere di Quezzi in Bassa Val Bisagno che durante l’evento alluvionale del 4 Novembre 2011 é stato soggetto a maggiori criticità. Quasi la totalità degli edifici e delle strade presenti si trova in area a rischio molto elevato. ll Bacino del Rio Fereggiano risulta fortemente urbanizzato. L’acqua caduta sul quartiere non ha trovato possibilità di raccolta o di riassorbimento, scendendo a valle con una forte velocità, risultante anche da una forte pendenza delle strade del bacino. I Periti del Tribunale, nella Relazione Tecnica , affermano che dai filmati è possibile osservare che le strade presenti a fondovalle, prima che il Bisagno esondasse, erano già state interessante da acque fluenti con un’altezza di quasi mezzo metro e in grado di trasportare almeno i cassonetti della spazzatura. Uno dei dati più rilevanti dell’evento è stata l’incapacità dei sistemi infrastrutturali e fognari di gestire l’acqua di deflusso: il torrente è esondato solamente a valle del bacino unendo le sue acque a quelle già presenti lungo le vie del quartiere. Successivamente sono state emanate dal Sindaco ordinanze di evacuazione per 77 numeri civici abitati da evacuare ad ogni allerta meteo. Per ripensare ad una progettazione che possa essere di gestione del rischio e di riqualificazione del quartiere, vengono definite tre tematiche progettuali che nascono da problematiche reali: - il problema dell’ABITARE a quote allagabili porta ad una ridistribuzione delle volumetrie esistenti a quota sicura e ad un ripensamento dell’ambiente costruito che può contribuire ad una sua rinaturalizzazione per una migliore vivibilità - il problema dell’ACCEDERE a quote allagabili porta alla progettazione di nuovi accessi agli edifici che definiscono nuove tipologie abitative; gli interventi riguardano inoltre le componenti dell’ambiente costruito che sono inaccessibili - la distanza che persiste tra l’abitazione e il luogo di lavoro è un problema durante gli eventi di crisi a causa della possibile presenza di auto in strada. Molte volumetrie a quota fiume sono allagabili, questo porta al loro ripensamento per AUTOSOSTENERSI con attività stagionali. È previsto un aumento di spazio verde coltivabile per assorbire l’acqua, diminuire lo scorrimento superficiale e aumentare lo spazio verde coltivabile.
2016
978-84-941264-6-8
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/928968
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