Il contributo presenta un excursus sugli studi archeometrici effettuati nel passato in campo ceramologico nell’attuale Friuli Venezia Giulia (territorio di Aquileia e parte dell’agro concordiese), connotati da analisi non sistematiche, eseguite presso differenti laboratori e con metodologie diverse, senza giungere quindi alla costituzione di una base-dati di riferimento, particolarmente necessaria per il tentativo di determinare le produzioni regionali o locali. Tale obiettivo si scontra anche con le caratteristiche generiche delle argille e degli impasti, scarsamente distinguibili in un più ampio contesto alto-adriatico. Inoltre, vengono sinteticamente discussi i risultati di una più recente serie di analisi da noi condotte, mirate su materiali o scarti provenienti da siti ove è accertata l’attività di fornaci, insieme alla revisione di precedenti indagini condotte in microscopia ottica presso l’Università di Genova, esaminando nel complesso circa 200 campioni in sezione sottile. In questa sede sono estrapolati in particolare i risultati relativi alla fornace di Locavaz (Duino Aurisina, TS), ove è confermata la fabbricazione in loco della ceramica grezza, mentre non risulta invece sostenibile su base archeometrica la tradzionale attribuzione al sito delle anfore Lamboglia 2.

Produzioni fittili dai territori di Aquileia e Concordia (regione Friuli Venezia Giulia): l'apporto dell'archeometria, vecchi e nuovi dati a confronto

CAPELLI C.
2017-01-01

Abstract

Il contributo presenta un excursus sugli studi archeometrici effettuati nel passato in campo ceramologico nell’attuale Friuli Venezia Giulia (territorio di Aquileia e parte dell’agro concordiese), connotati da analisi non sistematiche, eseguite presso differenti laboratori e con metodologie diverse, senza giungere quindi alla costituzione di una base-dati di riferimento, particolarmente necessaria per il tentativo di determinare le produzioni regionali o locali. Tale obiettivo si scontra anche con le caratteristiche generiche delle argille e degli impasti, scarsamente distinguibili in un più ampio contesto alto-adriatico. Inoltre, vengono sinteticamente discussi i risultati di una più recente serie di analisi da noi condotte, mirate su materiali o scarti provenienti da siti ove è accertata l’attività di fornaci, insieme alla revisione di precedenti indagini condotte in microscopia ottica presso l’Università di Genova, esaminando nel complesso circa 200 campioni in sezione sottile. In questa sede sono estrapolati in particolare i risultati relativi alla fornace di Locavaz (Duino Aurisina, TS), ove è confermata la fabbricazione in loco della ceramica grezza, mentre non risulta invece sostenibile su base archeometrica la tradzionale attribuzione al sito delle anfore Lamboglia 2.
2017
978-953-6064-43-4
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