Introduzione. La mentalizzazione rappresenta uno dei costrutti di maggiore interesse in ambito clinico (Allen e Fonagy, 2008). La letteratura di riferimento ha messo in luce, da un lato, il collegamento tra un cattivo funzionamento riflessivo (FR) e alcuni disturbi psicologici in età adulta ed evolutiva (Sharp e Venta, 2012), dall’altro, ha individuato nella funzione riflessiva un possibile fattore protettivo rispetto ai traumi in grado di ridurre il rischio di sviluppare disturbi psichiatrici (Fonagy, Gergely, Jurist, e Target, 2002). Gli studi nel campo dell’adozione si sono prettamente focalizzati sul FR dei genitori adottivi, considerandolo un fattore protettivo in grado di garantire migliori esiti evolutivi dei figli adottati a livello emotivo, comportamentale e relazionale (Palacios, Romàn, Moreno, & Leon, 2013; Priel, Melamed-Hass, Besser, Kantor, 2000). Meno conosciuta è la capacità di mentalizzare degli adolescenti adottati tardivamente che, date le loro relazioni di attaccamento precoci gravemente compromesse, potrebbero rappresentare una popolazione particolarmente vulnerabile nel FR. Obiettivi. Questo contributo si propone l’obiettivo di esaminare quanto sia variabili descrittive (età, genere, numero di fratelli, etc), sia variabili legate all’adozione (età al momento del collocamento, tipologia di adozione, durata del collocamento, etc) possano esercitare un’influenza sul FR di un gruppo di adolescenti adottati. Metodologia. I partecipanti alla ricerca sono 35 adolescenti, di età compresa tra 12 e 17 anni (M=13.9, DS=1.6), che al momento dell’adozione avevano tutti più di 4 anni (M=6.6, DS=1.9) e che vivevano con le famiglie adottive da almeno 4 anni (M=7, DS=2). Il 54% del gruppo (N=19) era composto da ragazze. La capacità riflessiva è stata valutata attraverso la Friend and Family Interview (FFI, Steele & Steele, 2009), che misura il FR comprendendo tre dimensioni: la prospettiva evolutiva (PE), la teoria della mente (ToM) e la diversità dei sentimenti (DS). Queste ultime due scale sono misurate rispetto a entrambi i genitori, ai fratelli e al migliore amico. Risultati. Per quanto riguarda le variabili legate all’adozione è emersa una correlazione tra la durata dell’inserimento e la DS (amico); inoltre, gli adolescenti collocati tramite adozione internazionale hanno riportato una maggiore DS rispetto al sé, rispetto ai ragazzi provenienti dall’adozione nazionale. Per quanto riguarda le variabili descrittive, l’età dei partecipanti è risultata correlata positivamente sia con la ToM (madre, fratello, amico, insegnante), sia con la DS (madre, fratello, amico), mentre le ragazze hanno mostrato punteggi superiori nella PE e nella DS (amico). Non emergono differenze di FR rispetto alla numerosità della fratria. Conclusioni. Questi risultati evidenziano che tra gli adolescenti adottati, l’essere più grandi di età e l’appartenenza al genere femminile rappresentano fattori che favoriscono una migliore espressione delle abilità di mentalizzazione. Dal punto di vista clinico si è messa in luce l’importanza di porre un’attenzione speciale nei confronti degli adolescenti appartenenti al genere maschile e delle adozioni nazionali, lavorando con le famiglie affinché rafforzino fin dall’inizio le capacità riflessive dei figli.

Il mentalizzare in un gruppo di adolescenti adottati tardivamente: uno studio-pilota

Pace C. S.
2015-01-01

Abstract

Introduzione. La mentalizzazione rappresenta uno dei costrutti di maggiore interesse in ambito clinico (Allen e Fonagy, 2008). La letteratura di riferimento ha messo in luce, da un lato, il collegamento tra un cattivo funzionamento riflessivo (FR) e alcuni disturbi psicologici in età adulta ed evolutiva (Sharp e Venta, 2012), dall’altro, ha individuato nella funzione riflessiva un possibile fattore protettivo rispetto ai traumi in grado di ridurre il rischio di sviluppare disturbi psichiatrici (Fonagy, Gergely, Jurist, e Target, 2002). Gli studi nel campo dell’adozione si sono prettamente focalizzati sul FR dei genitori adottivi, considerandolo un fattore protettivo in grado di garantire migliori esiti evolutivi dei figli adottati a livello emotivo, comportamentale e relazionale (Palacios, Romàn, Moreno, & Leon, 2013; Priel, Melamed-Hass, Besser, Kantor, 2000). Meno conosciuta è la capacità di mentalizzare degli adolescenti adottati tardivamente che, date le loro relazioni di attaccamento precoci gravemente compromesse, potrebbero rappresentare una popolazione particolarmente vulnerabile nel FR. Obiettivi. Questo contributo si propone l’obiettivo di esaminare quanto sia variabili descrittive (età, genere, numero di fratelli, etc), sia variabili legate all’adozione (età al momento del collocamento, tipologia di adozione, durata del collocamento, etc) possano esercitare un’influenza sul FR di un gruppo di adolescenti adottati. Metodologia. I partecipanti alla ricerca sono 35 adolescenti, di età compresa tra 12 e 17 anni (M=13.9, DS=1.6), che al momento dell’adozione avevano tutti più di 4 anni (M=6.6, DS=1.9) e che vivevano con le famiglie adottive da almeno 4 anni (M=7, DS=2). Il 54% del gruppo (N=19) era composto da ragazze. La capacità riflessiva è stata valutata attraverso la Friend and Family Interview (FFI, Steele & Steele, 2009), che misura il FR comprendendo tre dimensioni: la prospettiva evolutiva (PE), la teoria della mente (ToM) e la diversità dei sentimenti (DS). Queste ultime due scale sono misurate rispetto a entrambi i genitori, ai fratelli e al migliore amico. Risultati. Per quanto riguarda le variabili legate all’adozione è emersa una correlazione tra la durata dell’inserimento e la DS (amico); inoltre, gli adolescenti collocati tramite adozione internazionale hanno riportato una maggiore DS rispetto al sé, rispetto ai ragazzi provenienti dall’adozione nazionale. Per quanto riguarda le variabili descrittive, l’età dei partecipanti è risultata correlata positivamente sia con la ToM (madre, fratello, amico, insegnante), sia con la DS (madre, fratello, amico), mentre le ragazze hanno mostrato punteggi superiori nella PE e nella DS (amico). Non emergono differenze di FR rispetto alla numerosità della fratria. Conclusioni. Questi risultati evidenziano che tra gli adolescenti adottati, l’essere più grandi di età e l’appartenenza al genere femminile rappresentano fattori che favoriscono una migliore espressione delle abilità di mentalizzazione. Dal punto di vista clinico si è messa in luce l’importanza di porre un’attenzione speciale nei confronti degli adolescenti appartenenti al genere maschile e delle adozioni nazionali, lavorando con le famiglie affinché rafforzino fin dall’inizio le capacità riflessive dei figli.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/882674
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