Il contributo ripercorre la storia del trittico di Jan Van Eyck per Battista Lomellini, andato perduto dopo essere stato descritto da Bartolomeo Facio quando nel 1456 si trovava nelle collezioni di Alfonso I di Aragona. Alla luce di un approfondimento sul ruolo svolto dalla comunità dei mercanti genovesi attivi a Bruges, in particolare sulla commissione a Van Eyck da parte di Michele Giustiniani del trittico oggi alla Gemäldegalerie di Dresda, vengono proposte precisazioni sulle circostanze che portarono alla realizzazione dell’opera per i Lomellini. La ricostruzione delle vicende di committenza suggerisce che sia stato Gerolamo Lomellini, fratello di Battista, a seguire il lavoro del pittore a Bruges, tra il 1437 e il 1438. Il contributo affronta quindi il problema dello spostamento dell’opera da Genova a Napoli, arrivando alla conclusione, sulla base delle vicende storiche che segnarono i rapporti tra la Repubblica genovese e il Regno di Napoli, che l’opera non fu donata da Battista Lomellini durante la missione diplomatica del 1544. Il dipinto fu probabilmente acquistato da Alfonso I alla metà degli anni cinquanta, quando il sovrano incrementò le sue raccolte con numerose opere fiamminghe come anche suggeriscono precise derivazioni da esso riscontrabili in opere eseguite a Genova nel 1451
Jan van Eyck’s Genoese Commissions: the Lost Triptych of Battista Lomellini
GALASSI, MARIA CLELIA
2017-01-01
Abstract
Il contributo ripercorre la storia del trittico di Jan Van Eyck per Battista Lomellini, andato perduto dopo essere stato descritto da Bartolomeo Facio quando nel 1456 si trovava nelle collezioni di Alfonso I di Aragona. Alla luce di un approfondimento sul ruolo svolto dalla comunità dei mercanti genovesi attivi a Bruges, in particolare sulla commissione a Van Eyck da parte di Michele Giustiniani del trittico oggi alla Gemäldegalerie di Dresda, vengono proposte precisazioni sulle circostanze che portarono alla realizzazione dell’opera per i Lomellini. La ricostruzione delle vicende di committenza suggerisce che sia stato Gerolamo Lomellini, fratello di Battista, a seguire il lavoro del pittore a Bruges, tra il 1437 e il 1438. Il contributo affronta quindi il problema dello spostamento dell’opera da Genova a Napoli, arrivando alla conclusione, sulla base delle vicende storiche che segnarono i rapporti tra la Repubblica genovese e il Regno di Napoli, che l’opera non fu donata da Battista Lomellini durante la missione diplomatica del 1544. Il dipinto fu probabilmente acquistato da Alfonso I alla metà degli anni cinquanta, quando il sovrano incrementò le sue raccolte con numerose opere fiamminghe come anche suggeriscono precise derivazioni da esso riscontrabili in opere eseguite a Genova nel 1451File | Dimensione | Formato | |
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