Nell’ultimo ventennio gli studi sugli ordinamenti militari e sulle forme di controllo degli spazi terrestri e marittimi nella Repubblica di Genova hanno fatto solo i primi timidi passi, a fronte di una produzione nazionale e internazionale ben più vasta e particolarmente proficua, soprattutto sotto il profilo delle novità metodologiche e della diversità di approccio. Essi si sono però concentrati principalmente sul Dominio di Terraferma, ignorando l’appendice insulare della Repubblica, il regno di Corsica. Neanche la storiografia franco-còrsa, se non in alcuni casi, si è particolarmente preoccupata di affrontare questo tema, nonostante da oltre un decennio il periodo di dominazione genovese dell’isola sia stato rivalutato, epurato da reminiscenze nazionaliste e indipendentiste e fatto oggetto di numerosi studi. Il sistema di difesa costiera della Corsica, per come si è venuta ad organizzare fra XV e XVI secolo, è stato oggetto di alcune ricerche realizzate da Antoine-Marie Graziani, Antoine-Laurent Serpentini e Jean-Baptiste Ricci. Una sistema basato su fortificazioni permanenti (le piazzeforti di Bastia, Aiaccio, Calvi, Bonifacio e San Fiorenzo e un nutritissimo numero di fortini e torri) e su reparti mobili (cavalleria e fanteria leggera), nel cui ambito l’importanza delle risorse militari ed economiche locali emerge quale elemento fondamentale. Manca però, a tutt’oggi, uno studio complessivo sul sistema di controllo dei litorali dell’isola che comprenda non solo il versante terrestre ma anche quello marittimo, e si sviluppi in una prospettiva di lungo periodo, andando a comprendere anche il XVIII secolo. Qui si vuole colmare questa lacuna analizzando tale sistema in un’unica prospettiva di lungo periodo, e secondo un approccio per cui il controllo delle coste va affrontato in senso lato, ovvero considerandone non solo gli aspetti meramente terrestri ma anche quelli marittimi. A tal fine i risultati degli studi di Graziani, Serpentini e Ricci – che ben descrivono il sistema di difesa terrestre dei secoli XVI e XVII – vanno messi in relazione con quelli delle ricerche che ho condotto – e che sto attualmente conducendo – sul controllo del territorio e del mare nella Corsica del XVIII secolo, ovvero durante quel convulso periodo di ribellioni contro il dominio genovese e di guerre civili che scossero l’isola fra il 1729 e il 1768. Il raffronto di questi risultati permette di evidenziare sia elementi di lunga durata – come, ad esempio, il persistente ricorso a risorse finanziarie, militari e navali locali e l’essenzialità delle istituzioni amministrative e di comando – sia rilevanti novità connesse alle rivolte e alle guerre del XVIII secolo. A partire dal 1729, infatti, il controllo delle coste non è solo più un problema connesso alla difesa dai corsari barbareschi e alla lotta al contrabbando, ma diviene un fattore fondamentale della strategia bellica genovese, sia dal punto di vista operativo che logistico. Assume quindi significati nuovi e rende pertanto necessarie nuove forme di inquadramento e di organizzazione del territorio e delle risorse militari e navali, isolane e non
Défense et contrôle des littoraux de la Corse génoise (XVIe -XVIIIe siècles)
BERI, EMILIANO
2015-01-01
Abstract
Nell’ultimo ventennio gli studi sugli ordinamenti militari e sulle forme di controllo degli spazi terrestri e marittimi nella Repubblica di Genova hanno fatto solo i primi timidi passi, a fronte di una produzione nazionale e internazionale ben più vasta e particolarmente proficua, soprattutto sotto il profilo delle novità metodologiche e della diversità di approccio. Essi si sono però concentrati principalmente sul Dominio di Terraferma, ignorando l’appendice insulare della Repubblica, il regno di Corsica. Neanche la storiografia franco-còrsa, se non in alcuni casi, si è particolarmente preoccupata di affrontare questo tema, nonostante da oltre un decennio il periodo di dominazione genovese dell’isola sia stato rivalutato, epurato da reminiscenze nazionaliste e indipendentiste e fatto oggetto di numerosi studi. Il sistema di difesa costiera della Corsica, per come si è venuta ad organizzare fra XV e XVI secolo, è stato oggetto di alcune ricerche realizzate da Antoine-Marie Graziani, Antoine-Laurent Serpentini e Jean-Baptiste Ricci. Una sistema basato su fortificazioni permanenti (le piazzeforti di Bastia, Aiaccio, Calvi, Bonifacio e San Fiorenzo e un nutritissimo numero di fortini e torri) e su reparti mobili (cavalleria e fanteria leggera), nel cui ambito l’importanza delle risorse militari ed economiche locali emerge quale elemento fondamentale. Manca però, a tutt’oggi, uno studio complessivo sul sistema di controllo dei litorali dell’isola che comprenda non solo il versante terrestre ma anche quello marittimo, e si sviluppi in una prospettiva di lungo periodo, andando a comprendere anche il XVIII secolo. Qui si vuole colmare questa lacuna analizzando tale sistema in un’unica prospettiva di lungo periodo, e secondo un approccio per cui il controllo delle coste va affrontato in senso lato, ovvero considerandone non solo gli aspetti meramente terrestri ma anche quelli marittimi. A tal fine i risultati degli studi di Graziani, Serpentini e Ricci – che ben descrivono il sistema di difesa terrestre dei secoli XVI e XVII – vanno messi in relazione con quelli delle ricerche che ho condotto – e che sto attualmente conducendo – sul controllo del territorio e del mare nella Corsica del XVIII secolo, ovvero durante quel convulso periodo di ribellioni contro il dominio genovese e di guerre civili che scossero l’isola fra il 1729 e il 1768. Il raffronto di questi risultati permette di evidenziare sia elementi di lunga durata – come, ad esempio, il persistente ricorso a risorse finanziarie, militari e navali locali e l’essenzialità delle istituzioni amministrative e di comando – sia rilevanti novità connesse alle rivolte e alle guerre del XVIII secolo. A partire dal 1729, infatti, il controllo delle coste non è solo più un problema connesso alla difesa dai corsari barbareschi e alla lotta al contrabbando, ma diviene un fattore fondamentale della strategia bellica genovese, sia dal punto di vista operativo che logistico. Assume quindi significati nuovi e rende pertanto necessarie nuove forme di inquadramento e di organizzazione del territorio e delle risorse militari e navali, isolane e nonFile | Dimensione | Formato | |
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