La prevalenza di reazioni allergiche a puntura di imenottero nella popolazione generale è del 5%, ma è documentato che in alcune categorie di lavoratori essa è aumentata (1,2). La maggior esposizione è, infatti, uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza di sensibilizzazione e di reazioni allergiche da punture successive, di variabile gravità fino all’anafilassi (1,4). Scopo del lavoro è stato valutare il fenomeno nel genovese e aree limitrofe, al fine di indicare un percorso per la prevenzione delle reazioni successive in lavoratori potenzialmente esposti, in collaborazione con lo specialista allergologo. Metodi. Il 46,5% dei pazienti afferiti presso l'U.O. Allergologia dell'IRCCS AOU San Martino-IST di Genova per reazione allergica a puntura di imenottero, dal 1993 fino al 2013, ha intrapreso Immunoterapia Specifica (ITS). Di questi, un campione di 147 pazienti è stato intervistato riguardo alla modalità di esposizione, alle caratteristiche dell’evento, e alle conseguenze lavorative. In 21 pazienti (14.3%) l’esposizione si era verificata durante il lavoro; le mansioni dichiarate vengono svolte all’aperto (5 edili, 4 agricoltori, 2 giardinieri, 1 gruista, 1 ciclista professionista, 1 tecnico gas, 1 commessa ortofrutta, 1 apicoltore) o parzialmente all’aperto (1 portalettere, 1 autotrasportatore, 1 tecnico elettricista, 1 poliziotto, 1 idraulico); 8 hanno presentato denuncia di infortunio sul lavoro; 2 sono stati riconosciuti dall’INAIL, uno dei quali con postumi pari all'1%. Per 5 soggetti l’evento ha comportato problematiche con il Datore di Lavoro a causa dell’impegno richiesto per l’esecuzione dell’ITS o della necessità di avere a disposizione farmaci salvavita, nonché modificazioni dell’idoneità lavorativa. E’ ampiamente dimostrato che l'ITS è in grado di ridurre il rischio di reazione del 90% (3). Dalla problematiche riscontrate durante le interviste, è emerso che i lavoratori che svolgono mansioni a rischio, noti già come sensibilizzati, non sono stati incoraggiati dal Medico Competente né favoriti dal Datore di lavoro ad intraprendere l'ITS, il cui fine invece è prevenire successive reazioni gravi, e contribuire a limitare il più possibile la formulazione di un giudizio di inidoneità o idoneità con limitazioni/prescrizioni. Sono emerse inoltre difficoltà sulla gestione del kit farmacologico di emergenza (adrenalina autoiniettabile, antistaminico e steroide orale), utile strumento da rendere disponibile presso il luogo di lavoro, laddove sia presente anche un solo lavoratore noto come sensibilizzato, per il quale dovrebbe essere eseguita opportuna formazione/informazione

Immunoterapia specifica: una possibilità di gestione del rischio professionale da allergia al veleno di imenotteri

DURANDO, PAOLO;PASSALACQUA GIOVANNI
2014-01-01

Abstract

La prevalenza di reazioni allergiche a puntura di imenottero nella popolazione generale è del 5%, ma è documentato che in alcune categorie di lavoratori essa è aumentata (1,2). La maggior esposizione è, infatti, uno dei principali fattori di rischio per l’insorgenza di sensibilizzazione e di reazioni allergiche da punture successive, di variabile gravità fino all’anafilassi (1,4). Scopo del lavoro è stato valutare il fenomeno nel genovese e aree limitrofe, al fine di indicare un percorso per la prevenzione delle reazioni successive in lavoratori potenzialmente esposti, in collaborazione con lo specialista allergologo. Metodi. Il 46,5% dei pazienti afferiti presso l'U.O. Allergologia dell'IRCCS AOU San Martino-IST di Genova per reazione allergica a puntura di imenottero, dal 1993 fino al 2013, ha intrapreso Immunoterapia Specifica (ITS). Di questi, un campione di 147 pazienti è stato intervistato riguardo alla modalità di esposizione, alle caratteristiche dell’evento, e alle conseguenze lavorative. In 21 pazienti (14.3%) l’esposizione si era verificata durante il lavoro; le mansioni dichiarate vengono svolte all’aperto (5 edili, 4 agricoltori, 2 giardinieri, 1 gruista, 1 ciclista professionista, 1 tecnico gas, 1 commessa ortofrutta, 1 apicoltore) o parzialmente all’aperto (1 portalettere, 1 autotrasportatore, 1 tecnico elettricista, 1 poliziotto, 1 idraulico); 8 hanno presentato denuncia di infortunio sul lavoro; 2 sono stati riconosciuti dall’INAIL, uno dei quali con postumi pari all'1%. Per 5 soggetti l’evento ha comportato problematiche con il Datore di Lavoro a causa dell’impegno richiesto per l’esecuzione dell’ITS o della necessità di avere a disposizione farmaci salvavita, nonché modificazioni dell’idoneità lavorativa. E’ ampiamente dimostrato che l'ITS è in grado di ridurre il rischio di reazione del 90% (3). Dalla problematiche riscontrate durante le interviste, è emerso che i lavoratori che svolgono mansioni a rischio, noti già come sensibilizzati, non sono stati incoraggiati dal Medico Competente né favoriti dal Datore di lavoro ad intraprendere l'ITS, il cui fine invece è prevenire successive reazioni gravi, e contribuire a limitare il più possibile la formulazione di un giudizio di inidoneità o idoneità con limitazioni/prescrizioni. Sono emerse inoltre difficoltà sulla gestione del kit farmacologico di emergenza (adrenalina autoiniettabile, antistaminico e steroide orale), utile strumento da rendere disponibile presso il luogo di lavoro, laddove sia presente anche un solo lavoratore noto come sensibilizzato, per il quale dovrebbe essere eseguita opportuna formazione/informazione
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/748603
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