Nel periodo della modernità gli occidentali ritenevano che una “Grande Partizione” separasse natura e cultura, anima e corpo, umani e animali, coloro che sanno e coloro che credono. In base a ciò, per oltre quattro secoli abbiamo creduto che il nostro mondo, la nostra conoscenza e il nostro modo di vivere fossero superiori a qualsiasi altro e che tutti, alla lunga, sarebbero diventati come noi. Da dove ci veniva un’idea così maleducata? E cosa, nel corso dell’ultimo secolo, ha incrinato questa presunzione, fino a permetterci di affacciarci su una pluralità di mondi? Questo volume discute le origini storiche della Grande Partizione ed esplora le ragioni – a un tempo scientifiche, epistemologiche, filosofiche e politiche – che oggi spingono al suo superamento, verso un’insolita apertura al molteplice. Alla confluenza di antropologia, filosofia, psicologia e pensiero critico, i contributi qui presentati muovono verso uno stato permanente di decolonizzazione del pensiero e il riconoscimento del diritto all’auto-determinazione ontologica dei collettivi umani presenti sul pianeta. Superate così le vecchie trappole concettuali (verità vs. opinioni, universalismo vs. relativismo, conoscenza vs. pratica ecc.), si può tornare a occuparsi dei problemi veri: quelli che emergono quando si cerca di rendere com-possibili mondi diversi, intenzionati a restare tali.
Mondi multipli. Vol. 1. Oltre la Grande partizione.
CONSIGLIERE, STEFANIA
2014-01-01
Abstract
Nel periodo della modernità gli occidentali ritenevano che una “Grande Partizione” separasse natura e cultura, anima e corpo, umani e animali, coloro che sanno e coloro che credono. In base a ciò, per oltre quattro secoli abbiamo creduto che il nostro mondo, la nostra conoscenza e il nostro modo di vivere fossero superiori a qualsiasi altro e che tutti, alla lunga, sarebbero diventati come noi. Da dove ci veniva un’idea così maleducata? E cosa, nel corso dell’ultimo secolo, ha incrinato questa presunzione, fino a permetterci di affacciarci su una pluralità di mondi? Questo volume discute le origini storiche della Grande Partizione ed esplora le ragioni – a un tempo scientifiche, epistemologiche, filosofiche e politiche – che oggi spingono al suo superamento, verso un’insolita apertura al molteplice. Alla confluenza di antropologia, filosofia, psicologia e pensiero critico, i contributi qui presentati muovono verso uno stato permanente di decolonizzazione del pensiero e il riconoscimento del diritto all’auto-determinazione ontologica dei collettivi umani presenti sul pianeta. Superate così le vecchie trappole concettuali (verità vs. opinioni, universalismo vs. relativismo, conoscenza vs. pratica ecc.), si può tornare a occuparsi dei problemi veri: quelli che emergono quando si cerca di rendere com-possibili mondi diversi, intenzionati a restare tali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.