Spesso, oggi come in passato, venivano sostituite anche con estrema disinvoltura parti, più o meno grandi, di strutture in legno: l’elemento ligneo quale parte seriale, spesso accessoria e secondaria dell’architettura lo consentiva e lo consente. Con questo stato di fatto la possibilità di comprendere appieno una struttura lignea, la sua storia, saperne individuare le fasi e datarle, diventa un elemento necessario e indispensabile anche per la sua conservazione. Quali strumenti abbiamo? E quali sono i limiti che essi hanno? Che difficoltà si incontrano se si passa dallo studio di un solaio, di una copertura, di un pavimento, a quello di un complesso intarsiato? O quando si deve intervenire su soffitti lignei riccamente dipinti? Non si può dimenticare che quando si parla di strati si ha a che fare, di sovente, con una doppia sovrapposizione: quella della struttura e quella decorazione posta sopra alla prima, che ne maschera, in parte, o talvolta in modo anche più consistente, alcuni caratteri. Ed in relazione, proprio a quest’ultimo aspetto, un caso piuttosto recente, cui si è fatto cenno già in altre occasioni, ci pone diversi interrogativi: per la cancellata di villa Palazzetto a Monselice, Carlo Scarpa aveva scelto un materiale ligneo privo di trattamenti in modo che, nel tempo, potesse passare da un colore bruno ad uno argenteo.Quante volte, quando e quanto siamo in grado di governare questo fattore? di comprendere, cioè, che per un manufatto ligneo si era tenuto conto, al momento della sua realizzazione, del naturale cambiamento di colore? Questo potrebbe essere tanto più indispensabile quanto più alto è il livello figurativo dell’opera: si pensi, ad esempio, alle tarsie lignee che abbinano essenze diverse per un delicato gioco di colori.
Stratificazioni lignee: problemi di individuazione, interpretazione e conservazione
PITTALUGA, DANIELA
2009-01-01
Abstract
Spesso, oggi come in passato, venivano sostituite anche con estrema disinvoltura parti, più o meno grandi, di strutture in legno: l’elemento ligneo quale parte seriale, spesso accessoria e secondaria dell’architettura lo consentiva e lo consente. Con questo stato di fatto la possibilità di comprendere appieno una struttura lignea, la sua storia, saperne individuare le fasi e datarle, diventa un elemento necessario e indispensabile anche per la sua conservazione. Quali strumenti abbiamo? E quali sono i limiti che essi hanno? Che difficoltà si incontrano se si passa dallo studio di un solaio, di una copertura, di un pavimento, a quello di un complesso intarsiato? O quando si deve intervenire su soffitti lignei riccamente dipinti? Non si può dimenticare che quando si parla di strati si ha a che fare, di sovente, con una doppia sovrapposizione: quella della struttura e quella decorazione posta sopra alla prima, che ne maschera, in parte, o talvolta in modo anche più consistente, alcuni caratteri. Ed in relazione, proprio a quest’ultimo aspetto, un caso piuttosto recente, cui si è fatto cenno già in altre occasioni, ci pone diversi interrogativi: per la cancellata di villa Palazzetto a Monselice, Carlo Scarpa aveva scelto un materiale ligneo privo di trattamenti in modo che, nel tempo, potesse passare da un colore bruno ad uno argenteo.Quante volte, quando e quanto siamo in grado di governare questo fattore? di comprendere, cioè, che per un manufatto ligneo si era tenuto conto, al momento della sua realizzazione, del naturale cambiamento di colore? Questo potrebbe essere tanto più indispensabile quanto più alto è il livello figurativo dell’opera: si pensi, ad esempio, alle tarsie lignee che abbinano essenze diverse per un delicato gioco di colori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.