Durante gli spostamenti della testa nello spazio sono evocati dei riflessi che hanno lo scopo di stabilizzare le immagini sulla retina. Tali riflessi sono il risultato di una complessa interazione tra segnali visivi, vestibolari e propiocettivi e sono associati ai movimenti attivi o passivi del capo. Le interazioni visuo-vestibolari hanno come substrato sistemi neurali di controllo, che includono fondamentalmente i sottosistemi di tipo stabilizzante, vale a dire i riflessi vestibolo-oculomotorio (VOR), otticocinetico (OKN), cervicooculare (COR) e vestibolo-collicolare (VCR), e i sottosistemi responsabili dell’orientamento, cioè quello saccadico (SS) e di inseguimento lento (IL). Le componenti traslatorie rilevate dal gruppo otolitico sono meno studiate; esse devono compensare le traslazioni della testa e generano rotazioni degli occhi in funzione dell’inverso della profondità del piano della scena visiva (Schwarz e Miles,1991). I meccanismi riflessi COR e VCR sommano ai contributi vestibolari quelli propiocettivi dei sensori articolari e muscolari del collo per la stabilizzazione visiva durante i movimenti della testa e la locomozione (Outerbridge e Melvill- Jones, 1971). Il COR è più evidente negli animali ad occhi laterali, mentre in condizioni normali nell’uomo è molto debole (Reisman e Anderson, 1989). Il deficit di uno di questi sistemi determina la comparsa di sintomi visivi quali oscillopsia, diplopia, oppure comporta una distorsione dell’orientazione statica gravitazionale o una erronea percezione di movimento con vertigine, alterazioni statocinetiche e vegetative, nistagmo. I riflessi vestibolari, come pure il COR, sono presenti al buio e gli ingressi visivi ne stabilizzano o raffinano il comportamento nell’ambito delle interazioni visuovestibolari.
Fisiopatologia del riflesso visuo-vestibulo-oculomotore
DELLEPIANE, MARIA ROSA;MEDICINA, MARIA CARLA;MORANDO, RAFFAELLA;OTTOBONI, STEFANO;SALAMI, ANGELO
2005-01-01
Abstract
Durante gli spostamenti della testa nello spazio sono evocati dei riflessi che hanno lo scopo di stabilizzare le immagini sulla retina. Tali riflessi sono il risultato di una complessa interazione tra segnali visivi, vestibolari e propiocettivi e sono associati ai movimenti attivi o passivi del capo. Le interazioni visuo-vestibolari hanno come substrato sistemi neurali di controllo, che includono fondamentalmente i sottosistemi di tipo stabilizzante, vale a dire i riflessi vestibolo-oculomotorio (VOR), otticocinetico (OKN), cervicooculare (COR) e vestibolo-collicolare (VCR), e i sottosistemi responsabili dell’orientamento, cioè quello saccadico (SS) e di inseguimento lento (IL). Le componenti traslatorie rilevate dal gruppo otolitico sono meno studiate; esse devono compensare le traslazioni della testa e generano rotazioni degli occhi in funzione dell’inverso della profondità del piano della scena visiva (Schwarz e Miles,1991). I meccanismi riflessi COR e VCR sommano ai contributi vestibolari quelli propiocettivi dei sensori articolari e muscolari del collo per la stabilizzazione visiva durante i movimenti della testa e la locomozione (Outerbridge e Melvill- Jones, 1971). Il COR è più evidente negli animali ad occhi laterali, mentre in condizioni normali nell’uomo è molto debole (Reisman e Anderson, 1989). Il deficit di uno di questi sistemi determina la comparsa di sintomi visivi quali oscillopsia, diplopia, oppure comporta una distorsione dell’orientazione statica gravitazionale o una erronea percezione di movimento con vertigine, alterazioni statocinetiche e vegetative, nistagmo. I riflessi vestibolari, come pure il COR, sono presenti al buio e gli ingressi visivi ne stabilizzano o raffinano il comportamento nell’ambito delle interazioni visuovestibolari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.