Risalendo lungo i percorsi interpoderali, tra “fasce” e coltivi, ci si può soffermare ad osservare alcune caratteristiche delle pietre che compongono i muri, delle piante che si insinuano tra le fessure, dei piccoli animali che fanno capolino dai buchi per approfittare del sole. E spesso ci si sofferma a pensare alla capacità di quei contadini che hanno costruito, su intere montagne, scalini e muri e rampe, con abbeveratoi, piccole edicole votive, manufatti diversi, mulini, pozzi, carrucole e quant’altro. Si scopre un mondo speciale di ricchezze e piccole diversità, che variano da luogo a luogo, ma che si somigliano in tutti i terrazzamenti, con i profumi della macchia mediterranea o del bosco di castagno, offrendoci un itinerario privilegiato di conoscenza. Conoscere meglio i sistemi terrazzati è il punto di partenza per conservare e, con maggiore efficacia, tutelare dalle cause di degrado tali costruzioni, espressione di una civiltà contadina in parte dimenticata, ma che è appena dietro le nostre spalle. I terrazzamenti caratterizzano interi versanti della Liguria: il paesaggio terrazzato è parte dell’immagine della regione e costituisce un patrimonio bio-culturale di rilevante interesse. Ereditati dal lavoro dei nostri nonni, i sistemi terrazzati rappresentano un valore importante e testimoniano la fatica di generazioni per poter coltivare le montagne aspre della Liguria. La trasformazione del paesaggio è avvenuta nel tempo, diventando parte dell’identità dei luoghi, con attenzione alle caratteristiche geomorfologiche, idrologiche e microclimatiche, adattando il sistema alle peculiarità di ciascuna valle. L’abbandono che oggi determina il degrado di questi paesaggi racconta il processo di urbanizzazione e l’allontanamento da un modello di vita non più perseguibile, avvenuto dal dopoguerra sino ad oggi. Per recuperare il valore dei sistemi terrazzati occorre trovare un significato nuovo all’attività agricola, che leghi, attraverso la multifunzionalità, le caratteristiche dei paesaggi terrazzati di pregio con il turismo e l’agri-turismo e che trovi nelle produzioni ad alta qualità la possibilità di integrare il reddito. E se si guardano con attenzione e si approfondisce la conoscenza di questi paesaggi delle “fasce”, segnati dal lavoro dell’uomo, se ne scopre la ricchezza e la diversità, fino a riuscire a cogliere ogni piccolo mutamento, causato da una particolare circostanza (variazione microclimatica, particolare caratteristica del suolo, cambiamento dell’esposizione o della pendenza, presenza di una sorgente d’acqua, ..), e se ne diventa “intimi” conoscitori, legati da una confidenza, da una abitudine a cercare di capire, a “leggere” il paesaggio che ce lo avvicina, fino a sentire di farne parte. Ogni paesaggio racconta una “storia”: i paesaggi terrazzati liguri ci raccontano quella degli uomini che li hanno costruiti, delle loro migliori capacità di rendere produttivi i fianchi ripidi dei rilievi, scegliendo le colture più adatte a seconda delle caratteristiche dei luoghi, sfruttando le risorse idriche esistenti, attraverso tecniche e tradizioni culturali e materiali che ancora oggi testimoniano il loro lavoro. I terrazzamenti sono, infatti, la testimonianza di una tra le più antiche forme di organizzazione del paesaggio. Attraverso un lavoro faticoso di generazioni dei nostri avi, i sistemi terrazzati sono stati costruiti con cura minuziosa, sfruttando la presenza di acqua, per conservare suolo coltivabile. Questi paesaggi, che oggi sono nella maggioranza in abbandono, restituiscono ancora segni e tracce del passato: raccontano una storia di fatica e di un diverso rapporto con la terra, dalla quale si treava il sostentamento della comunità, una storia a disposizione di tutti coloro che vorranno conoscerla, semplicemente dedicando un po’ di tempo e di attenzione a quelle “fasce” che, in Liguria, sono presenti con straordinaria frequenza sui versanti con esposizione più favorevole delle nostre montagne.

Paesaggi terrazzati- i muretti a secco nella tradizione rurale ligure

GHERSI, ADRIANA;
2012-01-01

Abstract

Risalendo lungo i percorsi interpoderali, tra “fasce” e coltivi, ci si può soffermare ad osservare alcune caratteristiche delle pietre che compongono i muri, delle piante che si insinuano tra le fessure, dei piccoli animali che fanno capolino dai buchi per approfittare del sole. E spesso ci si sofferma a pensare alla capacità di quei contadini che hanno costruito, su intere montagne, scalini e muri e rampe, con abbeveratoi, piccole edicole votive, manufatti diversi, mulini, pozzi, carrucole e quant’altro. Si scopre un mondo speciale di ricchezze e piccole diversità, che variano da luogo a luogo, ma che si somigliano in tutti i terrazzamenti, con i profumi della macchia mediterranea o del bosco di castagno, offrendoci un itinerario privilegiato di conoscenza. Conoscere meglio i sistemi terrazzati è il punto di partenza per conservare e, con maggiore efficacia, tutelare dalle cause di degrado tali costruzioni, espressione di una civiltà contadina in parte dimenticata, ma che è appena dietro le nostre spalle. I terrazzamenti caratterizzano interi versanti della Liguria: il paesaggio terrazzato è parte dell’immagine della regione e costituisce un patrimonio bio-culturale di rilevante interesse. Ereditati dal lavoro dei nostri nonni, i sistemi terrazzati rappresentano un valore importante e testimoniano la fatica di generazioni per poter coltivare le montagne aspre della Liguria. La trasformazione del paesaggio è avvenuta nel tempo, diventando parte dell’identità dei luoghi, con attenzione alle caratteristiche geomorfologiche, idrologiche e microclimatiche, adattando il sistema alle peculiarità di ciascuna valle. L’abbandono che oggi determina il degrado di questi paesaggi racconta il processo di urbanizzazione e l’allontanamento da un modello di vita non più perseguibile, avvenuto dal dopoguerra sino ad oggi. Per recuperare il valore dei sistemi terrazzati occorre trovare un significato nuovo all’attività agricola, che leghi, attraverso la multifunzionalità, le caratteristiche dei paesaggi terrazzati di pregio con il turismo e l’agri-turismo e che trovi nelle produzioni ad alta qualità la possibilità di integrare il reddito. E se si guardano con attenzione e si approfondisce la conoscenza di questi paesaggi delle “fasce”, segnati dal lavoro dell’uomo, se ne scopre la ricchezza e la diversità, fino a riuscire a cogliere ogni piccolo mutamento, causato da una particolare circostanza (variazione microclimatica, particolare caratteristica del suolo, cambiamento dell’esposizione o della pendenza, presenza di una sorgente d’acqua, ..), e se ne diventa “intimi” conoscitori, legati da una confidenza, da una abitudine a cercare di capire, a “leggere” il paesaggio che ce lo avvicina, fino a sentire di farne parte. Ogni paesaggio racconta una “storia”: i paesaggi terrazzati liguri ci raccontano quella degli uomini che li hanno costruiti, delle loro migliori capacità di rendere produttivi i fianchi ripidi dei rilievi, scegliendo le colture più adatte a seconda delle caratteristiche dei luoghi, sfruttando le risorse idriche esistenti, attraverso tecniche e tradizioni culturali e materiali che ancora oggi testimoniano il loro lavoro. I terrazzamenti sono, infatti, la testimonianza di una tra le più antiche forme di organizzazione del paesaggio. Attraverso un lavoro faticoso di generazioni dei nostri avi, i sistemi terrazzati sono stati costruiti con cura minuziosa, sfruttando la presenza di acqua, per conservare suolo coltivabile. Questi paesaggi, che oggi sono nella maggioranza in abbandono, restituiscono ancora segni e tracce del passato: raccontano una storia di fatica e di un diverso rapporto con la terra, dalla quale si treava il sostentamento della comunità, una storia a disposizione di tutti coloro che vorranno conoscerla, semplicemente dedicando un po’ di tempo e di attenzione a quelle “fasce” che, in Liguria, sono presenti con straordinaria frequenza sui versanti con esposizione più favorevole delle nostre montagne.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11567/295187
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