Il crescente ruolo che i servizi rivestono a livello internazionale, sia in termini di scambi sia di investimenti diretti e altre modalità di internazionalizzazione, così come la significativa presenza di imprese di servizi nei principali ranking mondiali, non trova adeguato riscontro nella ricerca e studio delle strategie di internazionalizzazione, soprattutto in relazione all’impatto avuto dai processi di globalizzazione e alle risposte strategiche e organizzative adottate da tali imprese. L’obiettivo del lavoro è quindi quello di individuare struttura internazionale e strategie globali delle imprese di servizi di maggiori dimensioni ed impatto a livello internazionale. Il lavoro muove da due quadri teorici di riferimento: la letteratura sulle strategie globali e quella relativa alle specificità dei processi di internazionalizzazione delle imprese di servizi. Dal primo punto di vista, considerando sia i limiti di molti approcci che si concentrano esclusivamente sulle problematiche della globalizzazione del marketing sia la carenza di un quadro concettuale integrato (Porter 1986; 1990; Bartlett e Ghoshal 1989; Daniels e Frost 1991; Zou e Cavusgil 1996; Doz, Santos e Williamson 2001) si è scelto di fare essenzialmente riferimento ai modelli teorici di tre studiosi: Yip, Spulber e Ghemawat, di cui si proporrà una visione integrata. Con riferimento a Yip (Yip 1992; 2000; 2003; Loverlock e Yip 1996; Yip e Dempster 2005) si intende riprendere sopraytutto il suo modello a due stadi che dopo aver diagnosticato l’intensità dei drivers della globalizzazione nel settore in cui si opera identifica, successivamente, le leve da attivare per consentire all’impresa di globalizzarsi efficacemente. Spulber [2007] percepisce la globalizzazione come valorizzazione a livello mondiale delle differenze e propone lo strumento concettuale della “star analysis” per identificare un vantaggio competitivo globale e attivare una global value connection grazie all’adozione di un set di strategie globali (le G5 strategies). Ghemawat [2007], infine, adottando una visione di globalizzazione parziale (o semiglobalizzazione), identifica strategie di adattamento, di aggregazione e di arbitraggio che consentono di concentrarsi sulle differenze fra le nazioni. Il secondo riferimento teorico è quello dell’internazionalizzazione delle imprese di servizi. La letteratura ha individuato i limiti ed i vincoli di tale processo, spesso condotto con modalità di entrata di tipo commerciale o di replicazione della catena del valore in ciascun paese secondo un’ottica multidomestica: molte volte prevale una scelta di dispersione geografica con basso coordinamento delle diverse filiali, ricollegabile alle differenze nelle modalità di consumo–erogazione che richiedono forti adattamenti locali del servizio offerto [Boddewyn, Baldwin Halbrich, Perry, 1986; Segal-Horn, 1993; Välikangas e Lehtinen, 1994; Campbell e Verbeke, 1994; Caselli, Benevolo, 2001; Deardorff e Stern, 2007]. Questo modello di crescita internazionale sembra tuttavia ormai soppiantato da modelli alternativi di sviluppo soprattutto di tipo globale e transnazionale, da modalità di entrata che si aggiungono agli IDE e da strutture organizzative fortemente integrate e supportate da sistemi informativi internazionali. In particolare, l’industrializzazione dei processi, attivata e sospinta ultimamente dalle ICT, produce sia l’aumento del grado di riproducibilità dei servizi e del loro sistema di erogazione sia la riduzione del vincolo di simultaneità e compresenza fisica tra produttore ed erogatore [Benevolo, 2008]. Da un lato, quindi, la diffusione dei mercati telematici ha trasformato in globali numerose attività di servizio, dall’altro, la logica della globalizzazione dei servizi si sta affermando anche per effetto dei processi di liberalizzazione dei mercati; infine, l’avanzare del processo generale di globalizzazione dell’economia mondiale, nella misura in cui non è solo il risultato di spinte omologanti ma avviene cogliendo tutte le opportunità e le implicazioni in senso contrario, genera un clima facilitante la globalizzazione di attività a forte contenuto di personalizzazione. Le domande di ricerca sono quindi: come un’azienda di servizi può affrontare la globalizzazione, cioè gestire come leva cruciale l’interrelazione tra i mercati? Quali le modalità di sviluppo internazionale e i percorsi strategici adottati dalle imprese di servizi più presenti nel mondo e di maggiori dimensioni? Attraverso l’analisi quantitativa dei dati relativi alle principali imprese di servizi contenute nei database internazionali e lo studio approfondito delle scelte strategiche adottate dalle medesime, ci si attende come risultato la costruzione e la verifica di un modello interpretativo del comportamento a livello globale delle imprese di servizi, colte nelle loro similarità/differenze rispetto ai modelli teorici generali proposti dalla letteratura. L’interesse del contributo proposto risiede nella novità e originalità sia del tema affrontato sia dell’approccio adottato

Strategie globali nelle imprese di servizi: specificità e differenze

BENEVOLO, CLARA;CASELLI, CLARA;SCARSI, ROBERTA
2011-01-01

Abstract

Il crescente ruolo che i servizi rivestono a livello internazionale, sia in termini di scambi sia di investimenti diretti e altre modalità di internazionalizzazione, così come la significativa presenza di imprese di servizi nei principali ranking mondiali, non trova adeguato riscontro nella ricerca e studio delle strategie di internazionalizzazione, soprattutto in relazione all’impatto avuto dai processi di globalizzazione e alle risposte strategiche e organizzative adottate da tali imprese. L’obiettivo del lavoro è quindi quello di individuare struttura internazionale e strategie globali delle imprese di servizi di maggiori dimensioni ed impatto a livello internazionale. Il lavoro muove da due quadri teorici di riferimento: la letteratura sulle strategie globali e quella relativa alle specificità dei processi di internazionalizzazione delle imprese di servizi. Dal primo punto di vista, considerando sia i limiti di molti approcci che si concentrano esclusivamente sulle problematiche della globalizzazione del marketing sia la carenza di un quadro concettuale integrato (Porter 1986; 1990; Bartlett e Ghoshal 1989; Daniels e Frost 1991; Zou e Cavusgil 1996; Doz, Santos e Williamson 2001) si è scelto di fare essenzialmente riferimento ai modelli teorici di tre studiosi: Yip, Spulber e Ghemawat, di cui si proporrà una visione integrata. Con riferimento a Yip (Yip 1992; 2000; 2003; Loverlock e Yip 1996; Yip e Dempster 2005) si intende riprendere sopraytutto il suo modello a due stadi che dopo aver diagnosticato l’intensità dei drivers della globalizzazione nel settore in cui si opera identifica, successivamente, le leve da attivare per consentire all’impresa di globalizzarsi efficacemente. Spulber [2007] percepisce la globalizzazione come valorizzazione a livello mondiale delle differenze e propone lo strumento concettuale della “star analysis” per identificare un vantaggio competitivo globale e attivare una global value connection grazie all’adozione di un set di strategie globali (le G5 strategies). Ghemawat [2007], infine, adottando una visione di globalizzazione parziale (o semiglobalizzazione), identifica strategie di adattamento, di aggregazione e di arbitraggio che consentono di concentrarsi sulle differenze fra le nazioni. Il secondo riferimento teorico è quello dell’internazionalizzazione delle imprese di servizi. La letteratura ha individuato i limiti ed i vincoli di tale processo, spesso condotto con modalità di entrata di tipo commerciale o di replicazione della catena del valore in ciascun paese secondo un’ottica multidomestica: molte volte prevale una scelta di dispersione geografica con basso coordinamento delle diverse filiali, ricollegabile alle differenze nelle modalità di consumo–erogazione che richiedono forti adattamenti locali del servizio offerto [Boddewyn, Baldwin Halbrich, Perry, 1986; Segal-Horn, 1993; Välikangas e Lehtinen, 1994; Campbell e Verbeke, 1994; Caselli, Benevolo, 2001; Deardorff e Stern, 2007]. Questo modello di crescita internazionale sembra tuttavia ormai soppiantato da modelli alternativi di sviluppo soprattutto di tipo globale e transnazionale, da modalità di entrata che si aggiungono agli IDE e da strutture organizzative fortemente integrate e supportate da sistemi informativi internazionali. In particolare, l’industrializzazione dei processi, attivata e sospinta ultimamente dalle ICT, produce sia l’aumento del grado di riproducibilità dei servizi e del loro sistema di erogazione sia la riduzione del vincolo di simultaneità e compresenza fisica tra produttore ed erogatore [Benevolo, 2008]. Da un lato, quindi, la diffusione dei mercati telematici ha trasformato in globali numerose attività di servizio, dall’altro, la logica della globalizzazione dei servizi si sta affermando anche per effetto dei processi di liberalizzazione dei mercati; infine, l’avanzare del processo generale di globalizzazione dell’economia mondiale, nella misura in cui non è solo il risultato di spinte omologanti ma avviene cogliendo tutte le opportunità e le implicazioni in senso contrario, genera un clima facilitante la globalizzazione di attività a forte contenuto di personalizzazione. Le domande di ricerca sono quindi: come un’azienda di servizi può affrontare la globalizzazione, cioè gestire come leva cruciale l’interrelazione tra i mercati? Quali le modalità di sviluppo internazionale e i percorsi strategici adottati dalle imprese di servizi più presenti nel mondo e di maggiori dimensioni? Attraverso l’analisi quantitativa dei dati relativi alle principali imprese di servizi contenute nei database internazionali e lo studio approfondito delle scelte strategiche adottate dalle medesime, ci si attende come risultato la costruzione e la verifica di un modello interpretativo del comportamento a livello globale delle imprese di servizi, colte nelle loro similarità/differenze rispetto ai modelli teorici generali proposti dalla letteratura. L’interesse del contributo proposto risiede nella novità e originalità sia del tema affrontato sia dell’approccio adottato
2011
978-88-15-24077-4
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