Introduzione - Nonostante le sopravvivenze a breve/lungo termine del 1° trapianto di rene continuino a migliorare, ancora oggi una ragguardevole percentuale di trapianti renali viene persa a causa del rigetto cronico o della nefropatia cronica del trapianto (CAN). Il conseguente rientro in dialisi a causa del fallimento del 1° trapianto renale determina un accumulo di riceventi per ritrapianto nelle liste d’attesa. Nel presente studio sono stati analizzati i risultati di 100 pazienti che avevano ricevuto un ritrapianto renale nel periodo compreso tra Gennaio 1983 e Giugno 2007. Pazienti e metodi - La casistica comprendeva 74 riceventi di sesso maschile e 26 di sesso femminile con età media di 35.4 +/- 12.6 anni. In 92 riceventi (92 %) il ritrapianto era eseguito con reni provenienti da donatore cadavere e nei restanti 8 (8 %) da donatore vivente correlato. 19 riceventi (19 %) mostravano un PRA => 50% (range 50% - 80%), 43 riceventi (43%) un PRA tra 20%-50% e 38 riceventi (38 %) un PRA <=20%, a causa della presenza di anticorpi anti-HLA diretti verso specificità di classe I e/o II. Nell'82 % dei casi sono stati individuati 0-2 Mismatches (MM) HLA-A,B,DR nei confronti del donatore specifico, mentre nel rimanente 12% sono stati detrminati 3-4 MM. In tutti i casi sono stati evitati MM ripetuti con il 1° donatore ai loci HLA-A,B e DR. I pazienti con follow-up post-trapianto <12 mesi sono stati esclusi dall'analisi. Risultati - La sopravvivenza attuariale dei pazienti a 1, 5 e 10 anni è stata pari al 100%, 96% e 92%, rispettivamente; la sopravvivenza attuariale riferita al trapianto è risultata nell'ordine dell'85%, 72% e 53% per i medesimi time-point. Conclusioni - Sebbene i riceventi con ritrapianto renale rappresentino una categoria di pazienti ad alto rischio per una serie di fattori (alti livelli di PRA%, complicanze chirurgiche, elevato numero di episodi di rigetto acuto), i risultati ottenuti suggeriscono che le sopravvivenze del paziente e del trapianto si rivelano statisticamente non dissimili da quelle osservate nei riceventi di primo trapianto renale, specie quando venga adottata una accurata politica di “HLA matching”.
Il ritrapianto di rene: esperienza del Centro di Genova.
SANTORI, GREGORIO;VALENTE, UMBERTO;
2009-01-01
Abstract
Introduzione - Nonostante le sopravvivenze a breve/lungo termine del 1° trapianto di rene continuino a migliorare, ancora oggi una ragguardevole percentuale di trapianti renali viene persa a causa del rigetto cronico o della nefropatia cronica del trapianto (CAN). Il conseguente rientro in dialisi a causa del fallimento del 1° trapianto renale determina un accumulo di riceventi per ritrapianto nelle liste d’attesa. Nel presente studio sono stati analizzati i risultati di 100 pazienti che avevano ricevuto un ritrapianto renale nel periodo compreso tra Gennaio 1983 e Giugno 2007. Pazienti e metodi - La casistica comprendeva 74 riceventi di sesso maschile e 26 di sesso femminile con età media di 35.4 +/- 12.6 anni. In 92 riceventi (92 %) il ritrapianto era eseguito con reni provenienti da donatore cadavere e nei restanti 8 (8 %) da donatore vivente correlato. 19 riceventi (19 %) mostravano un PRA => 50% (range 50% - 80%), 43 riceventi (43%) un PRA tra 20%-50% e 38 riceventi (38 %) un PRA <=20%, a causa della presenza di anticorpi anti-HLA diretti verso specificità di classe I e/o II. Nell'82 % dei casi sono stati individuati 0-2 Mismatches (MM) HLA-A,B,DR nei confronti del donatore specifico, mentre nel rimanente 12% sono stati detrminati 3-4 MM. In tutti i casi sono stati evitati MM ripetuti con il 1° donatore ai loci HLA-A,B e DR. I pazienti con follow-up post-trapianto <12 mesi sono stati esclusi dall'analisi. Risultati - La sopravvivenza attuariale dei pazienti a 1, 5 e 10 anni è stata pari al 100%, 96% e 92%, rispettivamente; la sopravvivenza attuariale riferita al trapianto è risultata nell'ordine dell'85%, 72% e 53% per i medesimi time-point. Conclusioni - Sebbene i riceventi con ritrapianto renale rappresentino una categoria di pazienti ad alto rischio per una serie di fattori (alti livelli di PRA%, complicanze chirurgiche, elevato numero di episodi di rigetto acuto), i risultati ottenuti suggeriscono che le sopravvivenze del paziente e del trapianto si rivelano statisticamente non dissimili da quelle osservate nei riceventi di primo trapianto renale, specie quando venga adottata una accurata politica di “HLA matching”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.