La nozione di “struttura”, formulata da Jakobson e Tynjanov nel Circolo linguistico di Praga, attraverso diverse trasformazioni diventa modello epistemologico generale del ‘900 con lo Strutturalismo. Negli anni ’60 nascono vasti conflitti teorici sulla natura, l’identità e la compatibilità delle nozioni di “struttura” del marxismo e dello strutturalismo, finché Althusser fonde le due nozioni in una visione organica dei processi sociali umani. Sia alla “struttura” strutturalista che a quella marxista vengono in realtà attribuite caratteristiche e proprietà diverse, anche contrastanti, per la volontà a priori di trovare compatibilità o meno tra le due visioni teoriche. Tuttavia i due movimenti dello strutturalismo e del marxismo hanno l’obiettivo comune di fornire strumenti di intervento sulla realtà avendone individuato l’organizzazione fondamentale, equesto è il loro aspetto che va reintrodotto nella realtà scientifica odierna. Il nodo teorico fondamentale del nostro presente storico è il dibattito sul rapporto tra sviluppo e benessere umano, cioè la critica condotta dai movimenti sociali e culturali vitali del presente ai modelli dello sviluppo basati sulla crescita della produzione industriale, del mercato, del consumo commerciale, del consumismo, del consumo delle risorse terrestri. La Cooperazione Internazionale ha un ruolo di punta in questo snodo teorico per la sua effettiva sperimentazione sul campo di forme economiche innovative che creano indipendenza dal sistema di mercato. Si propone quindi l’introduzione di due strumenti tratti dalla storia dello strutturalismo per generare un metodo efficace di intervento sul reale nella società attuale: la nozione di struttura per esaminare la realtà come un sistema organico di interdipendenze collegate, e il principio di operatività, per cui per ottenere risultati in un ambito della realtà occorre intervenire sugli elementi di un altro ambito innescando effetti concatenati. Due casi di interventi concreti della Cooperazione Internazionale sul campo (in Bolivia e Brasile) mostrano l’efficacia di questi strumenti e permettono di iniziare a formulare un modello generale di semantica per l’intervento.

"Da Praga alle Ande: la struttura è marxista, antimarxista o Non Governativa?", in "Janus. Quaderni del Circolo Glossematico" (volume monografico), pp.161-181, 2010.

PELLEREY, ROBERTO
2010-01-01

Abstract

La nozione di “struttura”, formulata da Jakobson e Tynjanov nel Circolo linguistico di Praga, attraverso diverse trasformazioni diventa modello epistemologico generale del ‘900 con lo Strutturalismo. Negli anni ’60 nascono vasti conflitti teorici sulla natura, l’identità e la compatibilità delle nozioni di “struttura” del marxismo e dello strutturalismo, finché Althusser fonde le due nozioni in una visione organica dei processi sociali umani. Sia alla “struttura” strutturalista che a quella marxista vengono in realtà attribuite caratteristiche e proprietà diverse, anche contrastanti, per la volontà a priori di trovare compatibilità o meno tra le due visioni teoriche. Tuttavia i due movimenti dello strutturalismo e del marxismo hanno l’obiettivo comune di fornire strumenti di intervento sulla realtà avendone individuato l’organizzazione fondamentale, equesto è il loro aspetto che va reintrodotto nella realtà scientifica odierna. Il nodo teorico fondamentale del nostro presente storico è il dibattito sul rapporto tra sviluppo e benessere umano, cioè la critica condotta dai movimenti sociali e culturali vitali del presente ai modelli dello sviluppo basati sulla crescita della produzione industriale, del mercato, del consumo commerciale, del consumismo, del consumo delle risorse terrestri. La Cooperazione Internazionale ha un ruolo di punta in questo snodo teorico per la sua effettiva sperimentazione sul campo di forme economiche innovative che creano indipendenza dal sistema di mercato. Si propone quindi l’introduzione di due strumenti tratti dalla storia dello strutturalismo per generare un metodo efficace di intervento sul reale nella società attuale: la nozione di struttura per esaminare la realtà come un sistema organico di interdipendenze collegate, e il principio di operatività, per cui per ottenere risultati in un ambito della realtà occorre intervenire sugli elementi di un altro ambito innescando effetti concatenati. Due casi di interventi concreti della Cooperazione Internazionale sul campo (in Bolivia e Brasile) mostrano l’efficacia di questi strumenti e permettono di iniziare a formulare un modello generale di semantica per l’intervento.
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