La ricostruzione del lungo percorso del consortile familiare che origina da personaggi di origine franca che nella metà del secolo X si insediano nell’estremo Piemonte meridionale affronta sia l’aspetto prosopografico sia la vicenda politica, a più livelli. Coloro che già dall’inizio del secolo XI dispongono di quattro castelli (Morozzo, Bredulo, Chiusa e Roccaforte) e poi si denominano signori di Morozzo, esercitando una salda signoria territoriale soprattutto nel villaggio da cui traggono predicato, sviluppano da un lato un rapporto antagonistico con il vescovo di Asti, che ha giurisdizione religiosa e soprattutto politica anche nell’area in cui si consolidano e dall’altro caratterizzano la propria presenza con la fondazione di tre enti monastici. Il tardo coordinamento con il vescovo astigiano, il confronto perdente con due vicine villenuove (Cuneo e Mondovì), collocate dalla fine del secolo XII in una più conveniente posizione stradale, e il depauperamento del proprio patrimonio causato dalle dotazioni delle chiese determinano all’inizio del secolo XIV la sconfitta politica, con la perdita del castello principale, e la dispersione del consortile, di cui alcuni esponenti si trasferiscono a Mondovì.
I signori di Morozzo nei secoli X-XIV: un percorso politico del Piemonte medievale
GUGLIELMOTTI, PAOLA
1990-01-01
Abstract
La ricostruzione del lungo percorso del consortile familiare che origina da personaggi di origine franca che nella metà del secolo X si insediano nell’estremo Piemonte meridionale affronta sia l’aspetto prosopografico sia la vicenda politica, a più livelli. Coloro che già dall’inizio del secolo XI dispongono di quattro castelli (Morozzo, Bredulo, Chiusa e Roccaforte) e poi si denominano signori di Morozzo, esercitando una salda signoria territoriale soprattutto nel villaggio da cui traggono predicato, sviluppano da un lato un rapporto antagonistico con il vescovo di Asti, che ha giurisdizione religiosa e soprattutto politica anche nell’area in cui si consolidano e dall’altro caratterizzano la propria presenza con la fondazione di tre enti monastici. Il tardo coordinamento con il vescovo astigiano, il confronto perdente con due vicine villenuove (Cuneo e Mondovì), collocate dalla fine del secolo XII in una più conveniente posizione stradale, e il depauperamento del proprio patrimonio causato dalle dotazioni delle chiese determinano all’inizio del secolo XIV la sconfitta politica, con la perdita del castello principale, e la dispersione del consortile, di cui alcuni esponenti si trasferiscono a Mondovì.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.